Pesaro – «Abbiamo rispettato tutti gli impegni e alla fine siamo stati completamente penalizzati. E’ grave e adesso valutiamo azioni legali per tutelarci». Giuseppe Paolini tuona dopo la pubblicazione della delibera di giunta regionale sulla Programmazione della rete scolastica. «Dopo il Milleproroghe le autonomie scolastiche cancellate diventano 16 nelle Marche e non più 19. Una variazione significativa. Per Pesaro e Urbino però restano le stesse (4, ndr), calcolate sulla base dell’algoritmo iniziale non più applicato altrove. Perché nelle altre Province sono stati risparmiati accorpamenti».
Osserva il presidente: «Riteniamo che sulla base dei numeri rivisti dal Milleproroghe, le nostre autonomie scolastiche da tagliare dovessero essere solo tre. Invece è stata bocciata l’aggregazione tra Cpia e Cecchi, mentre per Ascoli e Fermo si è dato il via libera all’operazione», sottolinea il presidente. «La conseguenza più grave è che, così facendo, si è andati a colpire proprio nell’entroterra. Che noi abbiamo difeso strenuamente fino alla fine». La Regione ha quindi deciso la fusione tra il Sanzio di Mercatino Conca e l’Istituto comprensivo di Macerata Feltria. Nonostante l’accoglimento da parte della Provincia, messa nero su bianco sulla sua delibera, delle istanze dei due Comuni sul mantenimento delle loro autonomie: «E’ contro ogni logica – rimarca Paolini -. Erano le stesse linee di indirizzo diffuse dalla Regione a sostenere la necessità di tutelare le autonomie scolastiche dei Comuni montani, proprio per le note difficoltà di queste aree. Nel nostro caso la Regione ha agito contro le sue stesse direttive».
Ulteriore considerazione: «Ci sentiamo discriminati ed è francamente inaccettabile. Non possiamo pagare sempre il prezzo più alto, né fare l’agnello sacrificale». Secondo Paolini «sono mancati criteri chiari. Il vulnus principale è quello.
E’ palese che per Pesaro e Urbino dovesse essere fatta una valutazione più attenta. I conti non tornano. Noi avevamo fatto un ridimensionamento nel rispetto delle regole del decreto, poi la situazione è cambiata per altri ma non per noi. Come si spiega? Per i prossimi anni, dove il ridimensionamento continuerà per legge, dobbiamo continuare a fare l’agnello sacrificale? Alla fine come ci ritroveremo?». Sulla stessa linea il sindaco di Mercatino Conca Omar Lavanna: «La Regione non ha trattato in modo paritario le Province. Pesaro e Urbino aveva fatto il suo lavoro con grande sforzo di condivisione sul territorio. La concertazione è stata vanificata da questo modo di decidere della Regione. Per quanto ci riguarda siamo insoddisfatti – commenta Lavanna – perché avevamo chiesto, in primis, il mantenimento dell’autonomia sulla base dell’assetto provinciale che era stato trovato. La Provincia di Pesaro e Urbino aveva fatto la sua parte e si doveva quindi andare a bussare altrove, nelle altre Province che non avevano ottemperato a quanto gli era stato richiesto dall’Ufficio scolastico regionale. La fusione non era quindi un’ipotesi più all’ordine del giorno. Ma comunque, in subordine, avevamo in ogni caso chiesto un percorso diverso, con il mantenimento dei nomi in entrambi i Comuni. Non l’istituzione dell’accorpamento delle scuole di Mercatino Conca e Macerata Feltria. La Regione non ha tenuto conto neanche di questo. Auspichiamo che almeno, in questa seconda fase, ci sia il modo di discutere sul nome del nuovo istituto comprensivo». Non solo: «La Regione ha deciso di testa sua di collocare la sede del nuovo istituto a Macerata Feltria senza averlo condiviso con i territori. Almeno ci chiami per condividere il nome e la sede», conclude il sindaco.