Fano (PU) – “Il Comune di Fano si difende facendo ricorso al Tar perché dopo gli 80 posti di Villa Fastiggi assegnati senza programmazione, non c’è alcuna sicurezza per i 50 posti destinati a Fano già dal 2018”. Il sindaco Seri alza le barricate a difesa della sanità della città presentando cautelativamente ricorso al Tar contro i posti dell’ospedale privato di Villa Fastiggi.
“Tutti spendono fiumi di parole, la politica si fa con gli atti e in questo caso vanno tutti in direzione contraria. Esprimiamo una forte preoccupazione sui metodi amministrativi della Regione Marche che ha assegnato gli 80 posti a Villa Fastigi in assenza del fabbisogno e della programmazione; decreto regionale che si cuce con la variante approvata all’unanimità da parte del Comune di Pesaro su Villa Fastiggi”.
Seri ripercorre la cronistoria con cui il Comune di Fano rischia di essere penalizzato: “L’ultimo atto di programmazione sanitaria della Regione Marche è riferibile alla DGR n.1416 del 2017 con la quale, in adeguamento al D.M 70 del 215, sono stati implementati i posti letto fino al limite massimo stabilito per legge nel rispetto del rapporto 3 posti letto su mille abitanti per acuti a livello regionale. Dalla revisione che abbiamo effettuato, per l’ex Area Vasta 1 erano disponibili 50 nuovi posti letto, i quali sono stati successivamente assegnati al Comune di Fano con il protocollo di intesa approvato con DGR n.523 del 2018. Attualmente, per quello che ne sappiamo, l’ex area Vasta 1 non ha disponibilità di posti letto: pertanto non sappiamo dove la Regione Marche reperirà i nuovi 80 posti letto per Villa Fastiggi”.
Con la pubblicazione del decreto 229/2023 sul BUR del 28 dicembre, la Regione Marche rende evidente una deprecabile forzatura poiché assegna dei posti letto ospedalieri senza aver effettuato la necessaria e imprescindibile verifica rispetto al fabbisogno del territorio poiché attualmente gli atti aziendali e di programmazione non ci sono”.
Seri poi evidenzia l’incoerenza politica da parte del Movimento 5 stelle che a Fano ha pervicacemente attaccato il centrosinistra per ricondurre i 50 posti dell’accordo con la Regione Marche alla sanità pubblica osteggiando, peraltro, la variante urbanistica di Chiaruccia mentre a Pesaro vota una variante analoga che evidentemente è collegata con il decreto regionale di assegnazione degli 80 posti della sanità privata. È curioso come la coordinatrice provinciale sullo stesso tema in una città si comporti in un modo e nell’altra città nel modo opposto con una evidente incoerenza”.