Roma – “Mancata omologazione e assenza del prototipo del sistema di rilevamento”. Con questa motivazione la polizia stradale di Cosenza ha eseguito il sequestro degli autovelox a postazione T-EXSPEED v 2.0 disseminati lungo le strade statali della provincia, in particolare sulla SS 107 “Silana-Crotonese” e 106 “Jonica” nonché sulla Strada Provinciale 234. Decisione che potrebbe avere ripercussioni su tutto il territorio nazionale. Il decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip del tribunale di Cosenza su richiesta della Procura, giunge al termine di una lunga attività di indagine che ha portato alla luce la non legittimità del sistema di rilevamento della velocità.
Multe da pagare oppure no? Una storia che inizia nel 2023, quando i dispositivi T-EXSPEED v 2.0 installati lungo altre arterie, da Luzzi a Rovito, da San Fili a tutti quelli lungo il Tirreno e l’alto Jonio cosentino, sono stati sottoposti al medesimo provvedimento di sequestro. Dopo il ricorso dei Comuni interessati, gli autovelox sono tornati pienamente operativi. A metterne nuovamente in dubbio la validità, anche la recente sentenza della Cassazione, data 19 aprile 2024, dopo un ricorso di un automobilista. Nell’ordinanza i giudici si sono espressi per la non legittimità dei sistemi di rilevamento. LEGGI QUI L’ORDINANZA DELLA CASSAZIONE
Cosa succede adesso? “Gli accertamenti effettuati hanno consentito di appurare non solo la mancata omologazione ma anche l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento – spiega Quicosenza.it – , elementi indispensabili per accertare la legittimità delle violazioni rilevate da tali sistemi, di proprietà di società private che vengono date in noleggio a enti locali, con il rischio concreto di danno erariale nel caso di ricorso da parte di utenti a cui spesso i giudici aditi riconoscono oltre l’annullamento del verbale anche il risarcimento delle spese”.
T-EXSPEED v 2.0 è un sistema utilizzato anche in altri comuni d’Italia: in particolare a Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini, San Martino in Pensiliis.
“Siamo pronti immediatamente a sostenere tutti gli automobilisti che si rivolgeranno a noi. Sicuramente ci saranno state altre denunce, ma noi ne abbiamo fatte diverse, chiedendo il sequestro di questi apparecchi. Si tratta di strumenti che noi sostenevamo non essere mai stati omologati. Su questo argomento è intervenuta anche la Cassazione, ora il sequestro”. Così alla Dire l’avvocato Francesco Di Lieto del Codacons Calabria sui provvedimenti di sequestro emesso dal gip di Cosenza che riguardano i misuratori di velocità T-Exspeed v.2.0 collocati in alcune delle principali strade provinciali e statali della Calabria, in prevalenza nel cosentino, tra cui la SS 106, la SS 107 e la Sp 234.
“Il Tribunale – aggiunge Di Lieto – ha accertato l’esistenza di una serie di illegittimità: riteniamo che chi pretende il rispetto delle regole da parte dei cittadini non può essere il primo a non rispettarle. Molti Comuni – ricorda ancora – hanno fatto cassa con le multe di questi autovelox. E poi c’è da capire come sono stati utilizzate queste somme che dovrebbero essere reinvestiste almeno nel 50% sulla circolazione. Se così fosse – conclude Di Lieto – in Calabria dovremmo avere le strade l’oro, ma così non è”. Il provvedimento di sequestro riguarda autovelox presenti oltre che in Calabria anche in diversi centri del Veneto e dell’Emilia Romagna, come della Puglia e del Molise.