Pesaro – Incentivare la socialità e l’inclusione dando anche una mano alle rispettive famiglie. Punta a questo il progetto ‘Facciamo Rete’, ormai una certezza che si ripropone ogni estate. L’idea è quella di potenziare il processo di integrazione di bambini e ragazzi con disabilità dai 3 ai 25 anni, il tutto nell’ambito dei Centri Estivi Jump, capofila del progetto. L’iniziativa è nata in partenariato con l’Ambito Sociale 6, ASI comitato Provinciale di Pesaro-Urbino e A.G.F.I., a cui si aggiungono diverse realtà del territorio senza le quali il progetto non avrebbe trovato concretezza. Si tratta di Profilglass S.p.A., Techfem S.p.A., Biciclette Eusebi, Club Anziani Centro sociale Madonna Ponte e dell’Assessorato ai Servizi sociali di Fano.
In concreto ‘Facciamo Rete’ consente di incrementare il numero di ore durante le quali ogni bimbo o ragazzo con disabilità può contare su un educatore professionista. Cinquecento quelle messe a disposizione dal progetto nell’ambito delle attività svolte nei centri estivi, che si aggiungono alle ore già previste dai servizi sociali del Comune di Fano. In questo modo si resta al fianco delle famiglie in un momento delicato, quando le scuole suono chiuse e – senza l’ausilio di una figura professionale – certi impegni e responsabilità ricadrebbero tutti sulle loro spalle. Il pacchetto di ore di educatore offerto grazie a ‘Facciamo Rete’ rappresenta un aiuto concreto, con il valore aggiunto dei professionisti del Jump e della Cooperativa Sociale COOSS Marche. Nei centri estivi Jump bimbi e ragazzi potranno dunque svolgere le diverse attività accompagnati da personale esperto, che saprà prenderli per mano per far vivere loro dei momenti allo stesso tempo divertenti e formativi.
“Imparare giocando è per noi un concetto chiave – ha spiegato la presidente del Centri Estivi Jump Francesca Petrini -, e vogliamo che la nostra filosofia possa essere abbracciata da tutti. Grazie a Facciamo Rete abbattiamo un’ulteriore barriera, favoriamo l’inclusione e contribuiamo a migliorare le condizioni psicofisiche dei soggetti più fragili”.