Roma – “Non conosco la proposta di Forza Italia. Conosco la proposta sulla raccolta delle 500 mila firme che propone di dimezzare” i tempi per ottenere la cittadinanza. “Penso che il tempo di 10 anni sia congruo. Penso che in Italia abbiamo una ottima legge sulla cittadinanza. Non ne ravvedo la necessità. Se poi c’è un referendum decideranno gli italiani”. Commenta così la premier Giorgia Meloni in un punto stampa a New York., commentando il quorum raggiunto per il referendum “Figlie e figli d’Italia”, che propone la riforma della legge sulla cittadinanza.
Nel pomeriggio l’annuncio sui social era stato del segretario di Più Europa, Riccardo Magi: “Ce l’abbiamo fatta! In pochissimi giorni 500.000 cittadine e cittadini hanno firmato per il #ReferendumCittadinanza. Hanno dimostrato che, quando il Parlamento non trova il coraggio di cambiare leggi ingiuste, possono mobilitarsi e farlo loro stessi, grazie alla Costituzione. 500.000 firme con un ritmo senza precedenti nella storia, per dire una cosa semplice, quasi banale: chi sceglie l’Italia per vivere, studiare, amare e crescere, chi immagina il proprio futuro nel nostro Paese, è italiano. Ed è solo il primo passo verso una legge più giusta che riconosca come italiani ogni sua figlia, ogni suo figlio”.
La petizione sul portale del ministero della Giustizia ha già superato la soglia di 500mila firme dovevano essere raggiunte entro il 30 settembre.
L’iniziativa, indetta dalla rete delle associazioni della società civile, a cui aderiscono cinque partiti di opposizione, chiede di modificare la normativa del 1992, secondo cui la cittadinanza italiana può essere concessa al cittadino straniero legalmente residente nel territorio della Repubblica da almeno 10 anni.
Il quesito delle associazioni propone di “dimezzare tale termine, riportandolo a cinque anni, com’era previsto dalla legislazione prima del 1992 e com’è stabilito in diversi altri Stati Ue”.
“Ai fini della concessione della cittadinanza- continua il testo- resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica. In Italia le persone in possesso di questi requisiti che potrebbero beneficiare direttamente o indirettamente (figli minori conviventi) dell’intervento proposto sono circa 2,5 milioni”.
All’agenzia Dire Noura Ghazoui, presidentessa del Coordinamento nazionale Nuove generazioni italiane (CoNNGI), tra le realtà promotrici della proposta di referendum, commenta: “Superare le 450mila firme rappresenta un segnale forte e chiaro: esiste una volontà diffusa di cambiare la legge sulla cittadinanza e di adeguarla ai tempi che stiamo vivendo”.
Un risultato, continua Ghazoui, che “dimostra quanto sia urgente riconoscere come italiani coloro che sono nati e cresciuti in Italia, ma che ancora non vedono riconosciuto questo diritto, nonostante il loro contributo attivo al tessuto sociale, culturale ed economico del nostro Paese. Ogni firma è un passo avanti verso una società più inclusiva e giusta, e ci motiva a proseguire con determinazione fino al raggiungimento delle 500mila firme necessarie”.
Ghazoui conclude: “Come CoNNGI, parte del comitato promotore e uno dei soggetti firmatari insieme a Italiani senza cittadinanza e Idem Network, siamo orgogliosi di far parte di questo percorso e per essere parte attiva del cambiamento in corso. Crediamo fermamente che questa sia l’Italia che vogliamo, l’Italia che abbiamo scelto, e ci sta scegliendo con oltre 450.000 firme attuali”.