Ravenna – La Procura di Ravenna indaga per “disastro colposo“, per ora contro ignoti, sull’ultima alluvione che ha colpito la provincia romagnola, tra il 18 e il 19 settembre scorsi. Si tratta del terzo grave episodio alluvionale dal maggio 2023: in quelle 48 ore del mese scorso sulla Romagna sono caduti 350 mm di pioggia, 4 fiumi sono esondati, diversi Comuni e frazioni si sono allagati e gli sfollati sono stati circa mille. Come riportato dai quotidiani locali, il Resto del Carlino e Corriere Romagna, l’indagine segue quella già avviata sull’alluvione del maggio 2023 e titolare di entrambi i fascicoli è il Procuratore capo Daniele Barberini, insieme al Pm Francesco Coco. Anche la consulenza è stata affidata agli stessi tre professori del politecnico di Milano che si stanno occupando dei fatti di un anno fa, ovvero Gianfranco Becciu, esperto in costruzioni idrauliche, Claudio Giulio Mari di Prisco, geotecico e l’idrologo Daniele Bocchiola.
“L’iscrizione del fascicolo a ignoti è un atto dovuto”, ha spiegato il Pm Barberini . “Tutte le volte che si verifica un disastro, si apre un procedimento penale- ha poi puntualizzato- Quello che mi interessa ora, è dare risposte a chi ha perso tutto: il minimo che si possa pretendere, è capire come sia stato possibile”. L’inchiesta dovrà quindi dare una risposta a questo interrogativo e dire con chiarezza se invece fosse possibile prevedere quanto accaduto e prendere le necessarie precauzioni per evitare disagi e disastri alla cittadinanza. Al centro delle indagini, alcuni episodi critici, come l’ammasso di tronchi del ponte ferroviario di Boncellino, a Bagnacavallo, la cui immagine diventata virale sui social. Le verifiche dovranno fare luce sulla provenienza di quella legna, sul perché non sia stata rimossa alle prime allerte meteo e quale incidenza possa avere avuto sulle esondazioni. Gli inquirenti hanno già compiuto diversi sopralluoghi sui luoghi più colpiti, tra cui a Bagnacavallo, la frazione di Traversara. I documenti in capo alla Procura sono già numerosi e avrà 90 giorni di tempo per il deposito delle conclusioni, con possibili proroghe: l’indagine non potrà durare più di un anno e mezzo.
Il viceministro Galeazzo Bignami plaude all’iniziativa della magistratura: “È giusto che chi ha sbagliato paghi di tasca propria- commenta l’esponente Fdi- non possono pagare sempre gli italiani la negligenza di altri”.
Il viceministro ricorda infine che il Governo Meloni “ha stanziato 230 milioni per far fronte ai danni dell’alluvione”, mentre la Regione Emilia-Romagna “ne ha rendicontati 49”. Inoltre, richiama Bignami, “solo a luglio hanno versato i rimborsi del 2019”.