Bologna – Esplosione in uno stabilimento Toyota a Borgo Panigale, a Bologna, lungo via Persicetana vecchia. È di due morti e 11 feriti- uno in codice 3, sei in codice 2 e quattro in codice 1- il bilancio. Dei due decessi, uno è stato constatato sul luogo dell’incidente, mentre il secondo è avvenuto dopo il trasporto all’Ospedale Maggiore in codice di massima gravità.
I feriti sono stati ricoverati in massima parte proprio al Maggiore, tranne tre che sono stati ricoverati a San Giovanni in Persiceto e uno a Bazzano. Complessivamente sono stati impiegati, per i soccorsi da parte del 118, un elicottero, sette ambulanze, due automediche, un mezzo per le maxiemergenze e uno di coordinamento. Sul posto, infine, è presente uno psicologo per assistere colleghi e familiari delle vittime. L’esplosione “ha coinvolto un reparto logistico”, dicono i Vigili del fuoco bolognesi. L’area, fanno poi sapere i pompieri, “è stata posta sotto sequestro, e domani continueranno i sopralluoghi tecnici per gli accertamenti necessari”.
“L’azienda con oltre 850 lavoratori produce carrelli elevatori, al momento dell’incidente erano 300 i lavoratori in turno – scrive in una nota il segretario generale Fim Cisl Ferdinando Uliano – Dalle prime informazioni sappiamo che è esploso un compressore che ha buttato giù uno dei muri del capannone che è caduto sulle persone che stavano lavorando. Nella giornata di domani era previsto un sciopero per la sicurezza a causa di altre situazioni a livello produttivo dove il sindacato aveva già ravvisato e denunciato carenze dell’azienda nel rispetto delle procedure”.
“Abbiamo esaurito le parole per condannare questa strage continua. Non passa giorno che la cronaca, come se stessimo in guerra ci restituisce morti e feriti sul lavoro- prosegue il sindacalista- Una situazione vergognosa che un paese civile come l’Italia non può tollerare. In questo caso poi con l’aggravante che il sindacato aveva segnalato carenze in termini di sicurezza. Non si tratta di fatalità ma di una situazione generale di scarsa attenzione alla sicurezza di chi lavora anteponendo alla quale si antepone il profitto, non è tollerabile. Le nostre condoglianze e vicinanza alle famiglie delle due vittime e a quelle dei feriti”, conclude.
Quella che è avvenuta oggi allo stabilimento produttivo della Toyota Material Handling di Bologna è una “un’ulteriore strage sul lavoro“. Fim-Fiom-Uilm di Bologna usano proprio la parola “strage”. Domani le tre sigle terranno una conferenza stampa per spiegare le ragioni dello sciopero del settore metalmeccanico proclamato per venerdì 25 ottobre. “Per il nostro territorio si tratta dell’ennesima strage di quest’anno. Una strage, quella alla Toyota, che ha coinvolto decine di persone e che accende drammaticamente il faro sulla sicurezza dentro le fabbriche”, insistono i sindacati confederali dei metalmeccanici. Ora si spera che organi ispettivi e magistratura facciano luce su quanto accaduto. “Ancora una volta dobbiamo dire basta alla strage quotidiana di lavoratrici e lavoratori che escono di casa per lavorare e non vi fanno ritorno. Come lavoratrici e lavoratori e società civile non dobbiamo normalizzarci alla logica della tragica “fatalità”.
Il sindacato di base Usb chiede indagini rapidi e attacca: gli “omicidi sul lavoro sono una piaga del nostro paese che coinvolge anche le aziende dell’eccellenza. Il Governo deve assumersi delle responsabilità, rispondendo una volta per tutte alla nostra proposta di legge per l’introduzione del reato di omicidio e lesioni gravi sul lavoro”. Inoltre, afferma Sasha Colautti, dell’esecutivo nazionale Usb, “stanchi che sul tema ci siano soltanto parole e nessun fatto, siamo pronti a proporre un election day nazionale per i rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza e una giornata di denuncia generalizzata delle condizioni di lavoro in tutte le aziende”.