Fano (PU) – “Nel Consiglio comunale di ieri, la maggioranza guidata dal sindaco Serfilippi ha bocciato la mozione per il riutilizzo sostenibile dell’ex ferrovia Fano-Urbino. Una scelta che tradisce i cittadini e dimostra assenza di coraggio, senso di realtà e visione”. Ad evidenziare ciò, è il consigliere del Partito Democratico di Fano Dimitri Tinti.
“Da un lato – afferma Tinti – inseguono l’illusione del ripristino del treno; dall’altro lasciano quel sedime nel totale degrado senza agire. Se pensano di riattivare la linea ferroviaria, abbiano almeno il coraggio di dire ai cittadini che le abitazioni lungo il tracciato saranno abbattute e che nelle strade più trafficate si ripristineranno i passaggi a livello, con disagi enormi per sicurezza e viabilità. Emblematiche le contraddizioni dei rappresentanti del centrodestra. A gennaio 2023, – evidenzia ancora il consigliere di minoranza – l’allora consigliere regionale e oggi sindaco Serfilippi dichiarava: ‘A breve sarà pubblicato lo studio di fattibilità per la riattivazione del tratto ferroviario Fano-Urbino’”.
“Pochi mesi dopo, – prosegue Tinti – l’assessore regionale Baldelli affermava: ‘Lo studio è pronto. Io personalmente l’ho visionato… Ci sono diverse ipotesi, quando il governo deciderà e RFI comunicherà l’intervento necessario, pubblicheranno lo studio più opportuno per riattivare questa linea ferroviaria, se decideranno di riattivarla’. Poi, alcuni giorni fa dopo un sopralluogo, ha precisato che ‘non c’è nessuna nostalgia del passato… individuare la soluzione migliore spetta ai tecnici. Che sia una metropolitana di superficie, un treno o un bus rapid transit è certo che questo territorio merita un collegamento migliore, naturalmente senza passaggi a livello o sopraelevate, nel rispetto di chi ci vive e della intermodalità fra diverse forme di trasporto’”.
”Questo conferma – afferma ancora Dimitri Tinti – che il centrodestra preferisce la propaganda alla trasparenza. Ancor più grave è il totale disinteresse, emerso in Consiglio comunale, per la pubblicazione dello studio di fattibilità, costato ben 1 milione e 350 mila euro di fondi pubblici, anche regionali, che sindaco e giunta dovrebbero pretendere. Senza questo passaggio, l’ex ferrovia rimarrà una ferita aperta e simbolo di degrado. Questo dovrebbe preoccupare anche chi ha nostalgia del passato ferroviario. Lasciare tutto nell’incuria non è un omaggio alla storia, ma un colpo alla memoria collettiva. La nostra mozione proponeva un progetto integrato che unisse ciclovia, trasporto pubblico sostenibile e rigenerazione territoriale, rispettando il valore storico e guardando al futuro”.
“La politica del centrodestra – conclude Tinti – non risolve i problemi, li aggrava inseguendo un treno irrealizzabile che dovrebbe spazzare via le case, o li ignora, lasciando tutto nel degrado in attesa di un fantomatico treno che magari volerà sopra le nostre teste. Noi, però, continueremo a tenere alta l’attenzione per promuovere un utilizzo sostenibile e funzionale dell’ex ferrovia con progetti realistici. Fano e la vallata del Metauro meritano soluzioni, non illusioni e promesse vuote. Meritano amministratori che hanno il coraggio di scegliere il bene comune e non l’immobilismo”.