

Pesaro – L’ultimo caso in ordine di tempo è quello di Frontone. La chiusura della filiale di Intesa Sanpaolo, che ha sollevato anche la protesta dei sindaci, è l’ennesima dimostrazione di come gli istituti bancari stanno sistematicamente pianificando l’abbandono di territori considerati dal loro punto di vista non più redditizi. Un fenomeno che CNA denuncia da tempo e sul quale ha anche effettuato uno studio. A Frontone dobbiamo aggiungere purtroppo altri comuni già toccati dall’abbandono di filiali e persino di sportelli bancomat. Per la provincia di Pesaro e Urbino parliamo anche di Belforte all’Isauro, Borgo Pace, Fratterosa, Frontino, Isola del Piano, Lunano, Mombaroccio, Montecalvo in Foglia, Montecerignone, Montegrimano Terme, Peglio, Pietrarubbia, Serra sant’Abbondio.
Sono tutti comuni del territorio senza nemmeno uno sportello bancario. Quando si parla di isolamento dell’entroterra si deve tenere conto che molti cittadini della nostra provincia non sono uguali agli altri perché molto spesso vivono una condizione di isolamento e disagio aggravati non solo dalla lontananza dalla costa e dalle grandi vie di comunicazione ma anche dalla mancanza di servizi. Quella della chiusura di uffici pubblici e della desertificazione degli sportelli bancari è un gravissimo problema.
“E’ una tendenza inarrestabile – afferma il presidente della CNA di Pesaro e Urbino, Michele Matteucci – gli istituti di credito ristrutturano la rete degli sportelli ed a farne le spese sono i comuni montani e delle aree interne che restano senza una banca”.
Secondo i dati della Banca d’Italia, negli ultimi dieci anni hanno chiuso nella nostra regione 496 sportelli bancari, pari al 44 per cento. Una percentuale più alta della media nazionale (-37 per cento). Attualmente in regione gli sportelli bancari sono 633 pari a 43 ogni 100 mila abitanti, rispetto ad una media nazionale di 37 ogni 100 mila abitanti. In Italia gli sportelli bancari tra il 30 giugno 2023 e il 30 giugno 2024 sono scesi da 19.929 a 11.668. Hanno chiuso in 8.261.
“Siamo la seconda provincia più penalizzata – dice il direttore CNA di Pesaro e Urbino, Claudio Tarsi – ad essere “scoperti” sono infatti 14 comuni del territorio. La progressiva riduzione degli sportelli bancari sta lasciando senza servizi quasi un terzo (29,3%) dei Comuni. A chiudere sono soprattutto i grandi gruppi bancari mentre tengono le Bcc. Si tratta di banche fortemente radicate sul territorio marchigiano che hanno mantenuto immutato il numero degli sportelli bancari, che sono stati invece “tagliati” dalle grandi banche nazionali”.
Per parte propria CNA di Pesaro e Urbino ribadisce il proprio impegno a vigilare sul territorio e a continuare a segnalare criticità. La protesta serve, ma servono interventi da parte del Governo nazionale e regionale che invitino gli istituti di credito a rivedere le loro politiche commerciali improntate solo al profitto e non allo sviluppo e ai servizi all’utenza.