

Pesaro – «A Biancani che sostiene che “i pesaresi pagano con le loro tasche anche gli investimenti dell’entroterra”, è chiaro che per il servizio idrico Marche Multiservizi serve circa 280 mila persone e Pesaro ha 95.000 abitanti? Biancani, evidentemente massimo esperto di strategie aziendali e che rivolge ai Sindaci di centrodestra l’appellativo di finanzieri (qualcuno sorriderà), è davvero convinto che con il valore della produzione relativo alla sola città di Pesaro, la società partecipata avrebbe gli stessi flussi finanziari, la stessa capacità di indebitamento e dunque la stessa possibilità di fare investimenti? È certo che i prossimi cantieri di rifacimento delle reti a Villa Fastiggi e in zona mare, prossimi alla partenza grazie ai 20 milioni di euro di fondi PNRR intercettati e che genereranno interventi per 27 milioni di euro in tutto il territorio servito da Marche Multiservizi, sarebbero stati possibili se Pesaro fosse stata sola?»
Così il segretario provinciale della Lega Enrico Rossi, rispetto a quanto dichiarato dal sindaco di Pesaro Andrea Biancani, dopo l’ultima assemblea dei soci di Marche Multiservizi.
«Siamo sconcertati non tanto per ciò che Biancani dice, quanto perché dimostra di crederci davvero, con un approccio ingiustificatamente superficiale su questioni strategiche e delicate che invece meriterebbero analisi e valutazioni assai più complesse. Peraltro – continua Rossi – proprio l’attuale governance ha più volte sottolineato che per quanto riguarda gli investimenti, l’autofinanziamento non supera il cinquanta per cento, motivo per cui occorre ricorrere in modo importante all’indebitamento. Se ipoteticamente i soci minori non contribuissero più al fatturato dell’azienda, Biancani è sicuro che questa avrebbe la stessa capacità di indebitamento, per realizzare importanti investimenti anche sul territorio di Pesaro?»
«Occorrere essere prudenti negli atteggiamenti – precisa – anche a garanzia della stessa Marche Multiservizi, se è vero che si hanno a cuore le sorti dell’azienda. Quello del primo cittadino del capoluogo è un atteggiamento divisivo e del tutto inadeguato per un territorio provinciale che ha invece bisogno di coesione, dalla costa all’entroterra. C’è necessità di equilibrio e di responsabilità, non di prove di forza, tantomeno di entrare nei particolarismi della differenza dei costi di erogazione dei servizi in un piccolo comune dell’entroterra, rispetto alla città costiera: così apriremmo delle fratture insanabili.»
«In questo senso, la strada del pesarocentrismo imboccata da Biancani è assolutamente sbagliata. Da un lato la città di Pesaro, forse slegata dal resto come mai avvenuto fino ad oggi, ha l’onore del ruolo di capoluogo e l’onere di essere in qualche modo garante di una cerniera territoriale imprescindibile. Dall’altro, il resto dell’intera provincia di Pesaro Urbino, merita rispetto e non di essere calpestato perché, se oggi l’azienda è nella condizione conseguire tali risultati, lo si deve senz’altro all’intero bacino servito. Anche queste sono le occasioni – conclude Enrico Rossi – per dimostrare quanto effettivamente vogliamo sostenere lo sviluppo del nostro entroterra, in cui famiglie ed attività economiche devono continuare ed essere presidio irrinunciabile. Ed è in tal senso che abbiamo bisogno di decisioni e azioni concrete, non delle sceneggiate da teatro amatoriale. Diversamente saranno i cittadini a pagarne il prezzo più caro: perché senza leale collaborazione, le sfide più complesse, come quella della gestione dei rifiuti o degli investimenti nelle infrastrutture idriche, diventano oggi e saranno domani insormontabili.»