Fano (PU) – “Vi ricordate? E’ una simpatica canzoncina per bambini uscita molti anni fa…
Chissà se i nostri amministratori se la ricordano, perché potrebbe loro essere utile, visto che lo scorso 12 gennaio un tavolo lo hanno fatto, quello sulla mobilità, o meglio, lo hanno riaperto dopo tanti mesi di silenzio e richieste. Un tavolo sulla mobilità che nella terza città delle Marche non si può improvvisare e non si può lasciare così a lungo inoperoso”. Ad intervenire è il Comitato per una viabilità sostenibile.
“Pensiamo che dovrebbe essere un luogo dove sia effettivamente possibile avviare un confronto virtuoso con il territorio su un progetto complessivo di viabilità, concertato con le associazioni e comitati dei cittadini per ‘onorare’ la promessa di amministrazione vicina e in ascolto della gente magari con un piano di lavori calendarizzato e trasparente così che si possa essere propositivi, magari orientato alla sostenibilità della mobilità secondo parametri ormai condivisi in tutta Europa. Lo scorso 12 gennaio sono emersi tanti e diversi argomenti in un vero e proprio brainstorming per la presenza di associazioni di commercianti, ambientaliste, comitati, vari portatori di interesse della città, poi il tempo è finito e tutti a casa. Così il tema della interquartieri, delle opere compensative, del casello o casellino, della viabilità scolastica, dell’urgenza del Piano Urbano del Traffico sono ancora, manco a dirlo, sul tavolo, in attesa di essere di nuovo convocati chissà quando e insieme a chissà chi, come sempre a decisioni prese, a cose fatte”.
“Infatti fino ad ora nulla è stato ritenuto modificabile, nemmeno ciò che è oggettivamente un danno per i quartieri e la città. Così proseguono i cantieri, i progetti, gli espropri senza alcuna possibilità di ascolto e quindi di modifica; opere che non risolveranno i problemi ma ne creeranno altri (come succedeva all’epoca della giunta Aguzzi)”.
“Ma uno degli obbiettivi di questa Giunta non doveva essere diminuire il traffico della città? Alla faccia dei proclami sbandierati anche in questi ultimi giorni: ‘Fano città dei bambini’, ‘A scuola ci andiamo da soli’, ‘ciclabile adriatica’, come se fossero nuovi ‘assi nella manica’ del consenso, quando in realtà alcuni sono progetti presenti da decenni, magari già attuati con successo e già bloccati dalle stesse amministrazioni precedenti… ogni tanto serve un po’ di memoria storica, una seria riflessione necessaria per ripartire da dove si è arrivati, unita alla capacità di progettare facendo convergere molte scelte nella direzione di una città più vivibile. Che senso ha riprendere il tema, tra l’altro urbanisticamente complesso, della Città dei Bambini in una simile prospettiva, senza un vero cambiamento, una rivoluzione della vostra, nostra cultura urbana?”.
“Il rischio ormai certo che la città sta correndo è che le decine di milioni di euro piovuti su Fano tra viabilità compensativa, caselli, interquartieri, opere tutte decise passivamente da altre giunte, ma altrettanto passivamente accettate dall’attuale, serviranno solo ad accrescere il traffico di attraversamento nella città e nei quartieri e mettere in crisi definitivamente l’aspirazione dei nostri concittadini di darsi una città vivibile: il processo verso la Città dei Bambini può nascere solo da complessive scelte coerenti”.
“Per fare un tavolo, cantava Sergio Endrigo nel 1974, alla fine ci vuole un fiore. Per fare questo tavolo che ci vuole? Forse una autentica volontà politica dell’amministrazione che smetta di gettare fumo negli occhi dei suoi cittadini! E cerchi di valorizzare invece la loro disponibilità. Il ‘sappiamo che ci sono dei problemi, ma dobbiamo completare l’opera, poi ne riparleremo’ è un vecchio motivetto improvvisato, già sentito che sa da presa in giro. Attenzione, non è un bel segnale per la futura partecipazione dei cittadini alle scelte del nuovo PRG della Città (dei Bambini?)”.