FANO – Fano è una città di “vecchi”. Lo dice una ricerca della Cisl che ha evidenziato una diminuzione totale della popolazione, a fronte di un aumento degli over 65. Lo studio fatto dalla sigla sindacale ha evidenziato che su 61.192 abitanti totali della città della Fortuna il 23,46% (14.356 cittadini) è composto da anziani. Solo il 13,5% da giovani under 14 e il restante 63,1% da abitanti compresi tra i 14 e i 65 anni. Non è l’invecchiamento degli abitanti però a dare maggior preoccupazione alla Cisl, bensì l’emergenza sociale in cui molti di questi anziani sono costretti a vivere. L’importo medio della pensioni, comprese quelle destinate ad invalidi civili e assegni sociali è di 789 euro. Per capire la reale negatività del dato, è però necessario analizzarlo nel dettaglio. Su 19.562 pensioni totali che l’Inps ha erogato nel 2016 ai cittadini dell’ambito territoriale 6, solo la metà sono pensioni di vecchiaia con un importo medio di 1.063 euro al mese. Le restanti 10.000 si distribuiscono tra assegni sociali, pensioni di invalidità e altre sotto categorie le quali percepiscono in media un assegno mensile che oscilla su cifre decisamente inferiori. Se si prendono d’esempio gli invalidi civili (3248 a Fano), la cifra percepita mensilmente è di 438 euro. Così come i destinatari di assegni sociali, (726 cittadini) che percepiscono solo 399 euro al mese. Dato decisamente negativo se si pensa alle tasse che gli stessi anziani sono comunque costretti a pagare nonostante il reddito basso. Per quanto riguarda l’Irpef ad esempio, la maggior parte dei Comuni della provincia, tra cui Fano, applicano l’aliquota allo 0,80% (il massimo applicabile) per qualsiasi tipo di reddito. L’onere più importante resta comunque quello legato alle utenze domestiche.Prendendo in considerazione il servizio idrico, le bollette, rispetto al 2015 sono addirittura aumentate. Se un anziano che in media consuma bimestralmente 60 metri cubi d’acqua nel 2015 pagava 0,781 euro a metro cubo, quest’anno ne dovrà pagare 0,836 euro, spendendo al mese circa una 50ina d’euro. Cifre non esorbitanti ma, se tarate su una pensione di 400 euro, diventano astronomiche. “L’emergenza sociale, sopratutto degli anziani, è molto diffusa nella nostra città – commentano Giovanni Giovannelli della Cisl, Luciano Rovinelli dei Pensionati e Desi Goffi del laboratorio Welfare -. Quello che chiediamo all’amministrazione comunale è di cercare di provare ad intervenire dove è possibile. Si potrebbe trovare una soluzione per modulare l’Irpef e non costringere tutti a pagare la stessa cifra, ma magari regolarla in base al reddito. Stessa cosa per le utenze domestiche gestite da Aset. Non è possibile che un anziano che percepisce 400 euro al mese, debba pagare bollette da 50 euro. Il tariffario lo fa il Comune, si potrebbe intervenire regolando le bollette in base all’Isee. Una soluzione potrebbe essere quella di utilizzare gli utili che Aset produce e reinvestirli per abbassare le bollette a coloro che percepiscono le pensioni minime”