Urbino (PU) – Nella giornata di ieri a conclusione di articolata attività investigativa operata congiuntamente da militari del i Carabinieri e gli agenti del commissariato di Urbino, coadiuvati dalla squadra mobile della questura di Pesaro, è stato scoperto, nel tranquillo centro abitato di Casinina di Auditore, un vero e proprio laboratorio, allestito all’interno di un garage, attrezzato per la progettazione e fabbricazione di armi clandestine. Non armi normali, ma un arsenale marchingegni degni di uno dei film di 007.
Nel corso della perquisizione sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro 17 penne pistola, 3 torce pistola con relativo munizionamento cal. 22, nonché componentistiche metalliche da assemblare. Le armi, concepite e realizzate con estrema cura dei particolari, evidenziata anche da uno studio delle specifiche tecniche, erano fabbricate in base a schemi e disegni all’interno di agende presenti sui piani di lavoro. All’interno era stato installato anche un “banco di prova” per la verifica della perfetta funzionalità delle stesse.
L’ingegnoso pensionato 62enne, B. G., ideatore e artefice dell’illecita attività, aveva avviato anche la sponsorizzazione e commercializzazione dei suoi “prodotti artigianali” negli ambienti della criminalità comune del territorio, infatti, possedeva una valigia con un campionario-espositore costituito da 5 penne e 2 torce, tutte mono-colpo e stesso calibro, differenti solo per foggia e colore. Al momento dell’arresto l’uomo ha cercato di giustificarsi asserendo che quei congegni erano stati da lui creati solo per consentire al figlio 36enne, titolare di una bar sito in un comune limitrofo, di proteggersi da malintenzionati che avrebbero potuto rapinarlo.
Le operazioni sono proseguite con successo, consentendo di arrestare altri due soggetti:
per l’appunto, il figlio, B.D. che, proprio nel suo esercizio pubblico, deteneva, occultata in una confezione cilindrica per grappa, una ulteriore penna pistola con cartuccia cal. 22 già incamerata all’interno della stessa;
M.F., 38enne, camionista, residente a sant’Angelo in Vado, pregiudicato, che veniva trovato in possesso di una penna pistola custodita all’interno di un taschino di una camicia riposta nell’armadio della propria camera da letto.
Tutte le penne pistola sono dotate di un perfetto meccanismo che ha consentito di inserire all’interno del fusto metallico una massa battente, azionabile da un piccolo pomellino, che per mezzo di una molla agisce su un corpo dotato di un percussore anulare, permettendo l’esplosione della cartuccia con la fuoriuscita del proiettile dalla punta.
Le torce pistola, invece, pur mantenendo lo stesso meccanismo, ne avevano installato un altro che supportava l’accensione del tipico fascio di luce.
Il positivo esito di tutta la complessa indagine, sottolinea, ancor di più, la perfetta sinergia con la quale gli uomini dell’Arma e della Polizia di Urbino hanno interpolato le notizie proficuamente acquisite sul territorio e hanno operato simbioticamente per la sicurezza della collettività.