Fano (PU) – “Le dimissioni della consigliera Roberta Ansuini e la rinuncia di Elisa Bilancioni hanno riaperto nella città un tema che può essere visto da tante angolature, ma sempre evidenzia il fatto che per le donne fare politica nelle istituzioni è molto più complesso rispetto al genere maschile”. Ad affermarlo è la consigliera comunale di Sinistra Unita, Carla Luzi, che cerca di evidenziare quanto, anche in un contesto come quello fanese, sia difficile fare politica per il gentil sesso. “Saluto Roberta e le auguro buona vita – aggiunge Luzi – con il desiderio di incrociarla in altri contesti, la ringrazio perché ci ha dimostrato che si può rimanere competenti e autentiche anche in un ruolo politico istituzionale; ad Elisa, che conosco da sempre, auguro di poter continuare ad impegnarsi con la competenza e la passione, che la contraddistingue, per le tante cose che le sono care. La ‘rivoluzione delle donne’ è un divenire, non è mai finita; purtroppo nella politica partitica è stata seguita molto spesso la logica dell’inclusione, anche attraverso le quote, ma questo ‘mondo’ resta organizzato secondo i dettami prima del patriarcato ora sempre più spesso secondo quelli del paternalismo, come se le donne fossero un perenne ‘non ancora’”.
“La crisi economica – continua – e la precarietà come forma di vita delle nuove generazioni non intacca la libertà femminile acquisita grazie alle altre donne che ci hanno precedute, ma rende impossibile programmare la propria esistenza, la crisi del welfare fa il resto. Non siamo un numero, una quota, siamo donne, siamo tante storie individuali e collettive e le scelte, anche in politica, devono essere fatte sulla base delle competenze, dei saperi, delle sensibilità, dell’etica. E’ difficilissimo inceppare le ‘liturgie consolidate’, molto spesso a chi porta in politica una modalità ed un agire ‘diverso’ viene dato disvalore se non derisione; a noi donne e agli uomini che sentono la necessità di dialogare ed interrogarsi a partire da sé e hanno il desiderio di vedere nuovi orizzonti e cogliere nuove modalità spetta un compito importante che è l’unico che può colmare il divario di genere: ‘cambiare la cultura di base’ rifiutando l’idea del mondo a un solo paradigma, quello maschile, in grado di spiegare tutto.