Come funziona l’allenamento vibratorio
- 30 Aprile 2018
Il sistema di allenamento vibratorio è nato alla fine del diciannovesimo secolo quando alcuni scienziati scoprirono che la vibrazione meccanica poteva alleviare il dolore e pertanto è stata impiegata per curare dei disturbi fisici. Nel ventesimo secolo sono state intraprese delle ricerche per capire l’influenza delle vibrazioni nella crescita e nella struttura ossea. Poiché gli astronauti soffrivano di una significativa diminuzione della densità ossea durante la permanenza nello spazio, si sono rese necessarie delle terapie per combattere tale sintomo. Anche il notevole aumento della popolazione anziana ha spinto gli scienziati a ricercare un collegamento tra l’allenamento vibratorio e la densità ossea: si è scoperto che la terapia vibratoria migliora sensibilmente la densità ossea. A metà del ventesimo secolo, la ricerca scientifica ha dimostrato inoltre che le vibrazioni trasferite al corpo causano un riflesso da stiramento in cui i muscoli sono contratti continuamente. Negli anni ’70 diversi scienziati russi hanno studiato gli effetti dell’allenamento vibratorio riscontrando un notevole aumento della forza muscolare, della flessibilità, della coordinazione e della capacità di recupero.
Negli ultimi anni l’allenamento vibratorio si è diffuso in maniera capillare; attualmente gli studi riguardanti i possibili effetti positivi dell’allenamento vibratorio sono numerosi.
Detto in modo semplice, l’esercizio fisico viene svolto su di una pedana vibrante, ecco perché si chiama appunto allenamento vibratorio; questa modalità di attività fisica non è altro che l’applicazione di frequenze di vibrazione variabile che interessa il sistema muscolare, scheletrico, ghiandolare e nervoso di tutto il corpo.
In linea di massima le vibrazioni variano da 20 Hz a 60 Hz a seconda della marca e del tipo di macchinario impiegato; le frequenze di vibrazione producono dunque degli effetti sulla funzionalità del corpo.
Bisogna sottolineare che le frequenze inferiori sono particolarmente efficaci per l’allenamento alla resistenza, al riscaldamento, al raffreddamento, mentre invece le frequenze superiori vengono usate in particolar modo per il massaggio e per l’aumento della circolazione sanguigna nei tessuti periferici del corpo.
Le vibrazioni vengono generate, come dicevamo, da una piattaforma che vibra in modo meccanico e sono trasmesse al corpo attraverso le sue parti (generalmente i piedi o le mani che sono in contatto con la piattaforma o pedana vibrante).
Alcuni esercizi di fitness tradizionale vengono eseguiti allo stesso modo degli esercizi sulla pedana vibrante. Dopotutto, i principi fisiologici e cinetici del corpo umano con cui abbiamo a che fare sono sempre gli stessi.
Da un punto di vista funzionale, la schiena è più forte a livello della lordosi di quanto non lo sia a livello della curvatura posteriore (cifosi). Allenandosi con la pedana vibrante, il carico che grava sulla parte bassa della schiena è inferiore, perché manca il carico aggiunto dal peso del bilanciere.
Automaticamente il corpo si adegua a questi stimoli meccanici rispondendo con un riflesso di stiramento che si produce nei muscoli ed è un adeguamento riflessivo del cervello. Questo allenamento fa sì che il cervello si alleni in un modo che induce una sorta di effetto neurorigenerante.
In poche parole il nostro cervello ringiovanisce tornando ad uno stato di funzionalità più sano, questo perché la vibrazione dei muscoli stimola le terminazioni primarie del fuso muscolare che eccita i motoneuroni, provocando così la contrazione riflessiva del muscolo (definito come riflesso tonico di vibrazione).
Non è altro che una risposta neurologica; la maniera più semplice per capire questo concetto è pensare al riflesso che si ottiene dando un colpo leggero sotto la rotula del ginocchio; la gamba si estende non appena ricevuto il colpo. La vibrazione è in grado di sincronizzare le unità motorie e può avere degli effetti positivi sulla risposta neurologia alla contrazione dei muscoli, permettendo così un’attivazione più concreta dei motori primi durante un movimento specifico ed una contrazione migliore nell’attivazione dei relativi muscoli.
L’allenamento vibratorio è inoltre capace di indurre risposte ormonali di carattere adattivo provocando così un aumento della concentrazione di testosterone e dell’ormone somatotropo ed una diminuzione della concentrazione di cortisolo.
L’incremento del testosterone e del somatotropo è da ricondurre all’azione dei metaborecettori muscolari mentre invece la diminuzione del cortisolo è da ricollegarsi ad un effetto stimolatorio insufficiente del comando motorio centrale e del feedback nervoso a livello della muscolatura scheletrica. Questo sta a significare che l’allenamento vibratorio, se ripetuto con continuità, può generare degli adattamenti ormonali stabili che testimonierebbero di un altrettanto stabile adattamento in termini migliorativi delle funzione neuromuscolare.
Un aspetto particolarmente importante che bisogna sottolineare è che l’esecuzione degli esercizi è per certi versi un fattore limitante per questo tipo di allenamento; la diramazione ottimale delle vibrazioni avviene su un segmento particolarmente verticale, mentre per evitare che raggiungano la testa è importante curare l’angolazione articolare che funge da smorzante.
È fondamentale dunque evitare di estendere completamente le articolazioni durante questo tipo di allenamento onde evitare il fastidioso effetto risonanza alla testa.
Le sedute di allenamento (da svolgere al massimo 3 volte a settimana), vengono seguite da un personal trainer ed hanno una durata complessiva di 30 minuti (con un tempo di vibrazione puro tra i 12 ed i 15 minuti). È importante farsi seguire da una persona qualificata perché specialmente le prime volte, l’incontro con la pedana vibrante genera un’instabilità nel corpo perché ad ogni vibrazione, come si diceva poc’anzi, il corpo è obbligato a reagire con azioni muscolari involontarie ed inoltre queste contrazioni devono agire in più dimensioni perché le macchine oscillano su tutti e tre i piani nel modo in cui il nostro corpo è strutturato.
Quando facciamo l’allenamento vibratorio è importante fare anche quello cardiovascolare in quanto con l’allenamento vibratorio non si raggiungerà mai un adattamento del muscolo cardiaco.
Possiamo dire che con la pedana vibrante si può migliorare sensibilmente la flessibilità in quanto le vibrazioni allentano le aderenze; la ricerca ha inoltre dimostrato che gli esercizi di stretching con la vibrazione aumentano la sensibilità di gran lunga rispetto agli esercizi di stretching tradizionale, i muscoli vengono allunganti in posizione attiva e funzionale mantenendo forza esplosiva.
Altre ricerche medico – scientifiche hanno anche riscontrato degli effetti positivi per combattere la cellulite, un progressivo dimagrimento dovuto principalmente all’aumento del rilascio di ormoni prodotti naturalmente dal corpo, che brucerebbero i grassi e aumenterebbero il metabolismo in tempi brevi e senza particolare fatica, tutto ciò ne spiega dunque la diffusione nei centri fitness e non solo.
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