Come e quali scarpe scegliere per correre
- 28 Maggio 2018
Scegliere una scarpa da corsa ottimale sia per le prestazioni che per la vostra postura, può non essere facile. Spesso e volentieri quando andiamo in un negozio di articoli sportivi ci troviamo davanti ad una parete con tantissimi tipi di scarpe e descrizioni varie come: controllo del movimento, stabilità ecc, senza conoscerne a fondo il significato.
Prima di comprare una qualsiasi scarpa è consigliabile andare in un negozio specializzato e scegliere le scarpe in base, sia al proprio piede ideale che al passo; questo perché ognuno di noi è diverso dall’altro e magari se un amico può trovarsi a proprio agio con uno stile o una marca in particolare, per noi può essere diverso.
La scarpa giusta è quella che, come vedremo, risponde ad importanti requisiti e soprattutto è l’ideale alleata contro dolori e infortuni.
Partiamo dal presupposto che è basilare conoscere il proprio tipo di piede, ad esempio, se si possiede un arco plantare basso, normale o alto.
Se non siete sicuri di questo un metodo molto valido è il cosiddetto “wet test” che consiste nel mettere i piedi dentro una bacinella riempita d’acqua e poi si appoggiano su di un foglio di carta (o su di una busta di carta è indifferente) e quando si tolgono si guarda l’impronta lasciata che indicherà il tipo di arco plantare.
Ad esempio se il tipo di arco è basso si vedrà quasi tutta l’impronta e questo vuol dire che molto probabilmente il piede tende verso l’interno quando si cammina o si corre; in questa circostanza la migliore opzione sarebbe quella di prediligere una scarpa stabile che sia in grado di controllare il movimento.
Se invece siamo in presenza di un tipo di arco plantare normale, si potrà vedere solo all’incirca metà dell’impronta e quindi il nostro piede si adatterà a qualsiasi tipo di scarpa, anche quelle più comuni. Come ultimo caso se il nostro arco plantare è alto, (le caratteristiche sono diametralmente opposte alla tipologia “bassa”), si noterà una linea sottile esterna al piede e al tallone ed è probabile dunque che il nostro piede tenda verso l’esterno mentre si cammina o si corre. In suddetto caso sarebbe meglio optare per una scarpa che abbia una buona ammortizzazione o flessibilità al fine di assorbire più efficacemente gli “shock” a cui possono andare incontro sia i nostri piedi che le nostre gambe in generale (come ad esempio le eventuali distorsioni alle caviglie). Inserire anche delle solette può essere d’aiuto nel supportare i talloni.
Sulla scelta delle scarpe incidono anche e soprattutto eventuali problemi di appoggio del piede; in particolare possono esistere: soggetti pronatori (o iperpronatori) che hanno il tallone a terra e l’arco mediale vicino al suolo, queste caratteristiche fanno sì che le scarpe si consumino maggiormente nel lato interno. I soggetti supinatori (o ipopronatori) sono coloro che hanno invece il tallone a terra e l’arco mediale viene sollevato dal suolo.
Altre variabili importanti sono: la postura, il peso, la distanza percorsa, la velocità di percorrenza e il tipo di utilizzo (gara o allenamento).
Una volta stabilito infatti il tipo di piede e di arco è molto importante prendere in considerazione il tipo di superficie sulla quale solitamente si corre (pista o asfalto, sterrato, ecc).
Per dare risposta a tutte queste variabili ci sono diverse tipologie di scarpe da corsa che vengono a loro volta suddivise in macro – categorie per un’individuazione più facile.
Vediamo ora nel dettaglio una classificazione delle scarpe da running:
- Minimaliste: comprando un paio di scarpe cosiddette minimaliste la scelta principale va solo ed esclusivamente sul lato estetico nel senso che si deve letteralmente scegliere la scarpa che piace. L’atleta non deve dimenticare infatti che questa categoria di scarpe viene concepita per esercitazioni rapide, leggere e molto veloci. La scarpa da corsa minimalista punta sul comfort al fine di riprodurre efficacemente la sensazione del “camminare a piedi nudi”, quindi con il minimo supporto necessario. Ricordiamo infine che questa tipologia di scarpa punta maggiormente sulla cinetica del piede e non sulla sollecitazione indotta dalla corsa di fondo.
- Superleggere: per utilizzare queste scarpe bisogna letteralmente essere “leggeri sul piede”, correre a ritmi veloci e soprattutto su superfici regolari ed avere delle strutture osteoarticolari impeccabili ed essere persone giovani (l’anzianità anagrafica e in questo caso anche quella di allenamento non è in grado di compensare a sufficienza le frequenti anomalie legate alla corsa). Si ha a che fare con calzature leggere ed essenziali, non sono consentiti errori poiché le superleggere sono talmente semplici che è indispensabile cercare quelle che hanno caratteristiche di appoggio specifiche alla propria tecnica di corsa.
- Intermedie: questa tipologia di scarpa rappresenta una categoria che possiamo definire ambigua, in quanto si valuta maggiormente il peso, l’impostazione e la tecnologia di progettazione. Le intermedie dunque sono adatte per rappresentare scarpe da utilizzare per gare o per i più allenati, calzature adatte al fondo. In questa variante oltre alla misura, è basilare anche tenere in considerazione l’intero volume del piede. Sono già presenti tecnologie tali da poter compensare i difetti di appoggio sia di punta che di tallone che di pronazione e supinazione.
- Massimo ammortizzamento (neutre): i modelli di questo genere sono adatti a tutti e rappresentano una categoria di scarpe da running tra le più in voga nel pubblico giovanile. In questo caso si deve ragionare con obiettività nel senso di tenere in considerazione le proprie caratteristiche fisiche e le performance (sia di gara che di allenamento). Anche da questo punto di vista, la varietà di mercato non dovrebbe rendere la scelta troppo difficile, l’importante è ricordare di prediligere, in ultima analisi, il comfort del piede. Questo tipo di scarpa non è adeguata per risolvere i problemi di appoggio e si rivolge in particolare a persone dedite alla corsa regolare e che hanno bisogno di un potere ammortizzante.
- Stabili: queste tipologie di scarpe sono confortevoli ma devono essere evitate se non per necessità; utilizzare scarpe stabili in assenza di problemi specifici può creare problemi ai soggetti dalla caviglia normodotata. In linea di massima valgono le stesse considerazioni che abbiamo fatto per la precedente tipologia di scarpa con la quale condividono doti di ammortizzo, comfort e peso complessivo. L’adeguatezza biomeccanica è la caratteristica che le rende letteralmente speciali, i modelli di questo genere vanno prediletti in base a specifiche necessità e non a semplici sensazioni; è il caso di particolari forme di appoggio plantare che nulla hanno a che vedere con la semplice usura del battistrada.
Giusto per fare un esempio, indipendentemente dal ritmo, nell’allenamento di fondo, un atleta che pesa tra i 50 kg e 75 kg con appoggio neutro dovrà prediligere una scarpa ammortizzata, mentre in gara potrà eventualmente orientarsi verso delle intermedie o superleggere. Oltre i 75 kg, specie se con velocità di gara piuttosto blande, si presume che il peso sul piede (che correndo si moltiplica x3), determini un’adesione quasi totale della pianta sulla superficie di appoggio; in tal caso, sarebbe auspicabile utilizzare una scarpa stabile.
Infine è utile tenere in considerazione altri aspetti che non si devono sottovalutare come ad esempio, quello di provare sempre la scarpa che state per acquistare in negozio per avere un’idea di come sta al piede, nella scarpa deve sempre esserci almeno un dito di spazio tra l’alluce e la fine della scarpa. Questo in particolare significa scegliere una calzatura con un numero o un numero e mezzo in più rispetto al numero normale anche e soprattutto perché i piedi tendono a diventare più gonfi quando si fa movimento.
Ultimissima raccomandazione generale è quella di cambiare la scarpa ogni 500-800 km ma il numero di chilometri varia da persona a persona. Se volete essere super meticolosi annotatevi la data d’acquisto al fine di sapere quanti km si sono percorsi con le vostre scarpe da running.
Un campanello d’allarme che indica che è ora di sostituirle potrebbe essere anche la comparsa di leggerissimi dolori alle ginocchia.
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