Fano (PU) – Prendere d’esempio la ferrovia della Val Venosta per far rinascere la Fano-Urbino. E’ questo ciò che si auspica la candidata sindaco del centrodestra, Lucia Tarsi, che per sabato 4 maggio alle 17.30 ha organizzato un dibattito nella sede della propria coalizione in Piazza XX Settembre al quale parteciperanno tra gli altri, l’ing. Marco Stabile Direttore Ferrovia Val Venosta, il prof. Gabriele Bariletti V. Presidente Osservatorio Regionale Trasporti regione Lazio e il dott. Carlo Bellagamba.
“Il 3 Febbraio 2007 – scrive Lucia Tarsi – presso il Comune di Fano, in occasione del ventennale della chiusura della ferrovia Fano-Urbino, l’allora Direttore della Ferrovia della Val Venosta, l’ ingegner Helmuth Moroder, venne a illustrarci come una ferrovia chiusa perché ritenuta improduttiva dalle Ferrovie dello Stato, fosse rinata grazie ad importanti investimenti ed all’ oculata gestione dell’ Azienda di trasporto provinciale altoatesina. Era infatti diventata l’ossatura portante del trasporto pubblico della Val Venosta”.
“Da allora la Ferrovia della Val Venosta di strada ne ha fatta: ha trasportato milioni di viaggiatori ogni anno in una valle di 40.000 abitanti. Attualmente è in corso la sua elettrificazione al fine di raddoppiare le potenzialità di trasporto. I suoi treni raggiungono ora Bolzano, il Brennero ed il Tirolo. La ferrovia della Val Venosta rappresenta una svolta in campo ferroviario perché un’ infrastruttura considerata ramo secco è diventata un modello di sviluppo in l’Alto Adige , Trentino ed un esempio per le ferrovie locali d’Europa”.
“Il successo del ‘caso Val Venosta’ era e resta il modello da seguire per la rinascita della ferrovia Metaurense – Fano Urbino. Al contrario l’attuale amministrazione fanese ha preferito adottare una politica di trasporti minimalista e sfavorevole alla città, adottando l’idea di una pista ciclabile, immaginata dall’allora presidente della provincia Matteo Ricci, spalleggiato dal suo assessore Massimo Seri, per rilanciare il trasporto turistico nel territorio a danno del vero trasporto, quello pubblico di massa, su rotaia. Gravissime iniziative sono state realizzate per eliminare definitivamente tale asse fondamentale di comunicazione con la connivenza delle FS. In oltre un decennio, però, non solo della pista ciclabile non si è visto neanche il progetto ma si stanno perdendo, volutamente ed in controtendenza ad altre iniziative nazionali, i finanziamenti stanziati dallo Stato per le ferrovie turistiche di cui la ferrovia Fano – Urbino è entrata a far parte per volere unanime del Parlamento” .
“La ferrovia Fano-Urbino rimane la sola occasione per proiettare Fano e la sua vallata nel futuro facendola diventare una destinazione turistica e non solo una meta occasionale. E ciò nel rispetto della storia e dell’ambiente, creando nuove opportunità di lavoro, destagionalizzando il turismo e incrementando la mobilità sostenibile. Diversamente un territorio importante, densamente popolato, con un’insufficiente e squilibrata rete infrastrutturale di trasporto, con gravi problemi di inquinamento da traffico in gran parte interno, sarà ancora una volta deluso e mortificato nelle sue giuste aspettative di sviluppo”.