Fano (PU) – Nella giornata di ieri il Comune di Fano, in occasione della Giornata della Memoria, ha reso omaggio ad una pagina della storia della città, che parla di umanità, solidarietà e speranza. “Dal dicembre 1945 al maggio 1948 – scrive in una nota l’assessore alla Memoria Samuele Mascarin, citando il sindaco Massimo Seri -, la nostra città accolse circa 150 ex deportati nei campi di sterminio nazisti e li ospitò per quasi tre anni. Qui tornarono alla vita attraverso l’esperienza lavorativa nel porto di Fano, nel quale costruirono un peschereccio – a cui diedero il nome ebraico “HaRishona” – con il quale diversi di loro salparono poi, nel 1948, verso il neonato Stato di Israele.
La città usciva dalla seconda guerra mondiale piegata dalle macerie materiali e immateriali, centinaia di famiglie soffrivano dei lutti e delle separazioni causate dalla guerra e dall’occupazione, la quotidianità era segnata dalla fame, dal freddo, dalla miseria. Eppure la nostra comunità, che non possedeva nulla, condivise tutto con quelle donne e quegli uomini: i banchi nelle scuole, il cibo razionato nelle mense, il lavoro nelle officine. Nessuno chiese loro di andarsene, di non farsi vedere, di portare il proprio dolore altrove o di realizzare altrove le condizioni per sognare un Futuro migliore. Vorrei che quella straordinaria lezione di Umanità non fosse dimenticata, né oggi né mai perchè, come scriveva Vassjili Grossman, “la bontà è fragile, ma invincibile”.