Pesaro – “Il Pronto soccorso pediatrico va riattivato subito, non si può aspettare il ripristino dei Reparti materno-infantile”. Firmatario di numerosi atti presentati in Consiglio regionale per il ripristino del punto di emergenza pediatrico e del Dipartimento materno-infantile, il consigliere regionale Andrea Biancani (Pd) ha preso parte al sit-in di protesta davanti al Pronto Soccorso dell’ospedale San Salvatore.
“Ho deciso di partecipare – spiega Biancani – per rinnovare la richiesta alla Regione di attivarsi per restituire un servizio essenziale a tutta la città e ai comuni limitrofi. La nuova presa di posizione del Consiglio comunale di Pesaro con un ordine del giorno si aggiunge agli atti ispettivi e di indirizzo che ho presentato in questi mesi, sottoscritti anche dalla consigliera Micaela Vitri. Nella risposta all’ultima interrogazione non abbiamo ricevuto alcuna garanzia sulla riattivazione a breve del pronto soccorso pediatrico. In Aula l’assessore ha ribadito il ripristino del Dipartimento materno-infantile quando terminerà l’emergenza sanitaria, un impegno importante per la città, ma nel frattempo resta la necessità urgente di dotare in tempi brevi l’ospedale di un presidio per le emergenze dei bambini. La creazione del padiglione Covid e del punto nascita per le pazienti positive ha richiesto modifiche strutturali, fino all’abbattimento di muri. Per riallestire tutti i reparti trasferiti al Santa Croce di Fano saranno necessari lavori all’interno della struttura e per quanto sarà possibile accelerare gli interventi, ci vorranno mesi, se non un anno e oltre, prima di poter rendere nuovamente disponibili quei servizi. Stiamo parlando – puntualizza – di un territorio abitato da circa 150mila persone, senza un pediatra al Pronto soccorso. Una criticità che rischia di acuirsi nelle prossime settimane per l’allentamento delle misure restrittive, l’arrivo della stagione estiva e dei turisti. L’emergenza sanitaria si è ridotta e vanno definiti con chiarezza i tempi necessari per riallestire i reparti trasferiti da marzo del 2020, quando erano necessari posti letto per pazienti Covid. Sono trascorsi 15 mesi dalla chiusura, continuare a lasciare un capoluogo di provincia senza un servizio essenziale come questo non è accettabile”.