Ancona – Nelle Marche l’uso terapeutico della cannabis appare un tabù non ancora infranto del tutto, nonostante la normativa di riferimento, una Legge Regionale all’avanguardia, sia stata adottata la bellezza di quattro anni fa. Ora il gruppo consiliare dei 5 Stelle, composto da Marta Ruggeri e Simona Lupini, incalza la giunta regionale affinché attui le disposizioni contenute nella L.R. n. 26 del 2017 in modo completo e organico. Depositata una mozione che, se approvata, impegnerebbe l’ente marchigiano a prendere provvedimenti risolutivi.
“Sono infatti numerosi – afferma la capogruppo di M5S, Marta Ruggeri – i pazienti che lamentano difficoltà e disagi al momento di accedere alle cure con cannabis terapeutica. La nostra proposta è di migliorare l’efficienza e l’efficacia delle procedure per distribuire il farmaco e di verificare i risultati ottenuti attraverso il monitoraggio periodico. Sono da implementare i corsi per formare e aggiornare gli operatori sanitari, previsti dalla Legge regionale”.
La mozione dei 5 Stelle sollecita inoltre l’avvio di almeno un progetto pilota nelle Marche per produrre preparati terapeutici, di origine vegetale, a base di cannabis. “Sarebbero a esclusivo beneficio dei malati residenti nella nostra regione”, specifica Ruggeri. Questo stesso progetto per ridurre il costo della cannabis terapeutica e dei principi attivi cannabinoidi, aggiunge la capogruppo pentastellata, è da attuare in sinergia “con le Università marchigiane, le associazioni di persone affette da patologie o che abbiano competenze specifiche oppure che siano interessate alla materia, come peraltro previsto dalla legge regionale”.
La mozione di M5S fa seguito a una precedente interrogazione sullo stesso tema, cui la giunta regionale aveva risposto in modo insoddisfacente, e ricorda l’utilità del ricorso terapeutico alla cannabis come antidolorifico per alcune patologie gravi e invalidanti o qualora sia prescritto quando risultino inefficaci gli altri trattamenti medici indicati.
“Purtroppo, però – conclude la capogruppo Ruggeri – continuiamo a ricevere segnalazioni di disservizi e in particolare riguardo a medici che sarebbero contrari alla prescrizione di farmaci a base di cannabinoidi. Ci risulta inoltre che siano troppo poche le farmacie autorizzate a dispensare tali farmaci, che non sarebbe garantita un’adeguata continuità terapeutica e che i pazienti sarebbero oberati dalla burocrazia al momento della richiesta”.