Pesaro – La consigliera regionale del Partito Democratico Micaela Vitri torna sulla chiusura delle Guardie Mediche da parte della Giunta Regionale Acquaroli sottolineando il mancato impegno per far si che questo indispensabile servizio sanitario venga ripristinato.
“Continuano a crollare – spiega la Vitri – come un domino le postazioni di guardia medica nella nostra provincia: dopo Vallefoglia, Gabicce/Gradara, Pesaro, Cagli (turni ridotti) e Mondavio, da domani scatterà anche la chiusura della guardia medica di Fano e Mondolfo, con il servizio garantito solamente nel weekend. Al tempo stesso nelle Marche domani e mercoledì sciopereranno alcuni medici di continuità assistenziale per protestare contro la giunta Acquaroli”.
“Purtroppo infatti – sottolinea la consigliera –, nonostante numerosi appelli e le interrogazioni che ho presentato in Consiglio regionale fin dallo scorso ottobre, sottoscritte anche dal consigliere Andrea Biancani, la Regione si rifiuta ancora di riconoscere la dignità del lavoro dei medici fingendo di non sapere che due anni di pandemia li hanno costretti a sacrifici disumani. Lo scenario è molto chiaro: I medici di continuità assistenziale chiedono il rinnovo dell’accordo integrativo regionale dallo scorso aprile, ma la giunta Acquaroli continua a ignorarlo considerando i presidi non essenziali. Non a caso l’assessore Saltamartini ha dichiarato che in assenza di guardie mediche ci si potrà rivolgere al 118. Come se non sapesse la differenza”.
“Mantenere alcuni punti aperti – evidenzia la Vitri – invece è possibile intervenendo su due fronti: contratti allineati alle altre Regioni ed eliminazione delle incompatibilità che non consentono a molti medici di accettare l’incarico. Lo ha ribadito oggi il dottor Alessandro Betonica, che lascerà l’incarico dopo 10 anni di guardia medica a Fossombrone. Da ottobre chiediamo all’assessore Saltamartini di intervenire in primo luogo firmando l’accordo integrativo regionale (Air), con cui si chiede di portare l’iniquo compenso orario di 23 euro lorde ad almeno 30, come hanno già fatto altre Regioni. Ricordo che proprio a questo proposito, il 21 dicembre in Consiglio regionale Saltamartini rispondendo alla mia interrogazione promise di comunicare l’esito del tavolo di valutazione sui trattamenti economici orari dei medici entro una settimana per poi firmare il contratto. Di settimane invece ne sono passate 8 e a tutt’oggi resta inaccettabile che un medico di continuità assistenziale prenda 23 euro lordi all’ora per il proprio lavoro e per essere lasciato solo all’interno dell’orario notturno”.
“Secondo intervento – in conclusione – urgente che sarebbe risolutivo è poi l’abbattimento delle incompatibilità, ovvero quelle cause che impediscono a tanti medici disponibili di accettare l’incarico, come la soglia di 650 mutuati per i MMG e il raggiungimento dei 70 anni. Purtroppo la giunta Acquaroli continua a denigrare e sottovalutare il nostro personale sanitario, facendo credere che il problema dipenda solo dalla carenza di medici, mentre costringe persino quelli disponibili a rinunciare all’incarico”.