Roma – Circa 22 milioni di tonnellate di grano sono bloccate nei silos dell’Ucraina senza poter raggiungere i mercati internazionali: lo ha riferito il segretario di Stato americano, Anthony Blinken, durante un incontro sul tema della sicurezza alimentare organizzato a New York dalle Nazioni Unite. “Questo cibo potrebbe aiutare subito le persone bisognose se semplicemente potesse uscire dal Paese” ha detto il dirigente, di fronte al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
Secondo stime delle Nazioni Unite, nel mondo sono 36 gli Stati che dipendono dall’Ucraina e dalla Russia per oltre la metà delle loro importazioni di grano. Nella lista figurano alcuni dei Paesi più svantaggiati, come Repubblica democratica del Congo, Libano, Somalia, Siria e Yemen.
Durante l’incontro, Guterres ha detto di avere avviato “contatti intensi” con Russia, Ucraina, Turchia, Stati Uniti e Unione Europea con l’obiettivo di favorire una ripresa dell’export di grano dall’Europa orientale. Dopo l’offensiva ordinata da Mosca il 24 febbraio, mesi di conflitto armato hanno provocato aumenti dei prezzi di cereali, olii da cucina, fertilizzanti e benzina a livello internazionale.
Secondo Guterres, la guerra “minaccia di spingere decine di milioni di persone in una condizione di insicurezza alimentare con malnutrizione, fame di massa e carestie, aggravando una crisi che rischia di durare anni”.
Nel corso dell’incontro il segretario generale ha detto di aver chiesto a Mosca di garantire “l’esportazione in sicurezza del grano stoccato nei porti dell’Ucraina” e “l’accesso ai mercati internazionali senza restrizioni” per il cibo e i fertilizzanti russi. Secondo l’Onu, insieme Ucraina e Russia valgono circa un terzo delle forniture mondiali di grano.