Roma – “Le parole dell’Assessore Stefano Aguzzi, che ritiene il Reddito di Cittadinanza fortemente diseducativo e disincentivante per trovare lavoro, cozzano inevitabilmente con i dati certificati ieri dall’INPS: gli importi medi dei percettori di Reddito di Cittadinanza sono di 478 euro per i singoli e 741 per i nuclei familiari composti da 5 persone. E’ chiaro come non possano essere queste cifre a dissuadere un cittadino dall’accettare un posto di lavoro stabile e pagato adeguatamente. Quindi, evitando la polemica con politici ed imprenditori che evocano referendum e carenze di lavoratori solo per portare avanti becere speculazioni nei confronti dei più deboli, bisogna capire quale sia il reale problema del nostro mercato del lavoro. Non un problema tutto italiano, ma un tema molto più grande che travalica i nostri confini. Già lo scorso anno abbiamo assistito al fenomeno della ‘great resignation’ negli Stati Uniti, dove peraltro il nostro sistema di protezione sociale non esiste (RdC), e quello che oggi accade da noi è del tutto simile: soprattutto i giovani non chiedono più solamente uno stipendio commisurato all’impegno lavorativo, elemento non derogabile, ma possibilità di crescita, stabilità e benessere psico-fisico. Stiamo assistendo ad una emergenza sociologica che ha fatto venire meno il concetto di lavoro come necessità. Prima i nostri imprenditori capiranno questo, prima riusciranno a trovare i lavoratori che cercano. Non è più accettabile proporre lavori in nero, giornate lavorative di 13-14 ore, mancanza di turnazione degli orari di lavoro, assenza di giorni di riposo e assistere ad atteggiamenti umilianti e degradanti nei confronti dei lavoratori”. E’ quanto afferma la Sen. Rossella Accoto, Sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche Sociali.