Ancona – “Si fa ormai fatica a trovare le parole per stigmatizzare la vergognosa indifferenza di questa giunta regionale di fronte al dolore di persone che, pur avendo tutti i requisiti previsti dalla sentenza 242 del 2019 della Corte costituzionale per accedere al suicidio assistito, vengono continuamente ostacolati dal Servizio sanitario regionale. Non sono bastate le sofferenze di Fabio Ridolfi e Federico Carboni, recentemente scomparsi, per scuotere le coscienze di Acquaroli e Saltamartini. No, la storia ora si ripete con Antonio. Nonostante il Comitato etico abbia comunicato i pareri che consentirebbero ad Antonio di accedere al suicidio medicalmente assistito fin dallo scorso 16 giugno, l’Asur Marche si rifiuta ancora una volta di adempiere ai propri compiti per completare l’iter. Non abbiamo più domande da porci sull’umanità di coloro di Palazzo Raffaello, i quali, pur di negare diritti, consentono la violazione delle disposizioni contenute nella sentenza Cappato-Dj Fabo. Purtroppo le risposte le abbiamo avute già tutte in questi ultimi due anni. Chiediamo al Parlamento e al governo, invece, quanto ancora dovremo sopportare questo scempio dei diritti prima che si decida finalmente di approvare una legge seria sul fine vita, prevedendo, a differenza di quanto è scritto nella proposta in discussione alle Camere, tempi certi sul percorso di morte assistita”.
A dirlo è il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi.