Ancona – Ma quale pregiudizio su Pesaro. La Giunta Acquaroli ha messo in campo competenze, risorse e un’attenzione senza precedenti nei confronti di una città e una provincia che pagano a caro prezzo, rispetto agli altri territori, la mancata visione su sanità, infrastrutture e sviluppo economico da parte di chi ha governato le Marche negli scorsi decenni.
Oggi, la regione procede a pieni giri sulla giusta direzione per lo sviluppo di Pesaro e provincia, mentre altri si attardano in improduttive guerre personali e isolazioniste, tentando maldestramente di rovesciare la realtà, abbandonandosi ad atteggiamenti scomposti e dannosi rispetto al ruolo che ricoprono.
“E’ un’ingiustizia però”, piangeva Calimero nei Caroselli degli anni Settanta. Un ritornello che non pensavamo dover ascoltare dal primo cittadino della seconda città delle Marche. Ma forse questo nervosismo nasce dal fatto che Pesaro e provincia stanno ottenendo risultati che a parole qualcuno ha narrato per decenni ma che non ha mai ottenuto.
Innanzitutto, la città di Pesaro avrà finalmente il suo nuovo ospedale, moderno, efficiente, rispondente alle esigenze dei cittadini. Esigenze invece tradite dall’approccio fallimentare sulla Sanità che i compagni di partito del sindaco pesarese hanno portato avanti nonostante i fallimenti collezionati. Prova lampante i dati emersi dallo studio che la Regione per la prima volta, in collaborazione con la Politecnica delle Marche, ha elaborato sulla sanità marchigiana. Un approccio serio che sarà la base scientifica delle scelte strategiche volte a mandare in soffitta la precedente rovinosa visione, capace solo di diminuire la qualità delle prestazioni e di amplificare la mobilità passiva, costringendo tanti pesaresi a emigrare altrove per curarsi.
In secondo luogo, la provincia di Pesaro-Urbino vanta 3 assessori regionali su 6, con deleghe “pesanti” quali Edilizia Sanitaria, Infrastrutture, Commercio, Agricoltura, Lavoro, tanto per citarne alcune. Una rappresentanza forte e qualificata, a testimonianza di come il presidente Acquaroli abbia voluto far fronte a una situazione di estremo disagio in cui era scivolata la nostra provincia, penalizzata negli ultimi anni rispetto alle altre province marchigiane che hanno invece potuto giovare di alcuni interventi di prospettiva e crescita. Uno su tutti: la Quadrilatero che ha prodotto uno sviluppo straordinario nei territori tra le province di Ancona e Macerata.
Terzo aspetto, Pesaro-Urbino ha visto risorgere dalle ceneri importanti infrastrutture, dopo 40 anni di “bla bla” con cui qualcuno aveva riempito di chiacchiere le pagine dei giornali ma prodotto zero chilometri di opere. A partire dalla Fano-Grosseto passando per la Pedemontana delle Marche ferma dal 1999. Arterie che, grazie al gioco di squadra della Giunta Acquaroli, stanno uscendo dai cassetti per prendere forma.
Sulla questione della Ferrovia Adriatica, infine, la Giunta Acquaroli ha dimostrato di essere stata sempre un passo avanti rispetto alle posizioni di arroccamento del sindaco pesarese, che più volte ha dovuto riallinearsi alle posizioni più avanzate e innovative della Regione, volte a realizzare l’opera per fasi, rafforzando il potenziamento infrastrutturale di Pesaro e moltiplicando gli investimenti sulla fascia costiera pesarese.
Basterebbero queste tre considerazioni per comprendere come sia stonato il vittimismo di chi ha scelto di non partecipare personalmente ai lavori collegiali della Regione Marche con tutta la filiera istituzionale. Come quelli sulla Ferrovia Adriatica e sull’Area Vasta e la Legge 13, disertati da chi, diversamente dagli altri suoi colleghi, ha preferito farsi sostituire da collaboratori.
Da parte sua, la Regione Marche continuerà determinata nell’azione di rilancio di Pesaro, superando qualsiasi tendenza isolazionista di chi, anziché fare squadra, preferisce indugiare nella propria autoreferenzialità, scegliendo di affrontare in solitaria temi fondamentali, come sanità, infrastrutture e sviluppo economico.