A Fano la Regione presenta la proposta di legge sulla pianificazione territoriale
- 11 Novembre 2023
Regione Marche – Favorire la rigenerazione urbana e territoriale attraverso uno sviluppo urbanistico sostenibile, che contenga il consumo del suolo e privilegi il riuso del già costruito. Sono le finalità della proposta di legge della Giunta regionale “Norme della pianificazione per il governo del territorio” che, a distanza di oltre trent’anni, revisiona l’attuale normativa urbanistica e territoriale, in vigore dal 1992. Trentasei articoli che mirano a definire una disciplina unitaria e innovativa, al passo con le esigenze e le sensibilità attuali. Dopo l’approvazione della III Commissione assembleare, l’iter del testo prosegue con l’esame del Cal (Consiglio delle autonomie locali) e del Crel (Consiglio regionale dell’economia e del lavoro), per giungere, poi, all’approvazione definitiva dell’Assemblea legislativa, prevista il prossimo 21 novembre. A Fano, presso la sala “Chiesa Santa Maria del Gonfalone”, il presidente Francesco Acquaroli e l’assessore Stefano Aguzzi hanno presentato i contenuti salienti della proposta di legge.
“Consentire lo sviluppo, salvaguardare il territorio. Abbiamo lavorato su questi due grandi temi per predisporre il testo legislativo – ha riferito il presidente Acquaroli – È una proposta di legge che cerca di racchiudere gli interessi sociali, ambientali e paesaggistici, ma anche di sviluppo e sostenibilità, unendoli a quelli della sicurezza, della competitività e della conservazione del nostro patrimonio ambientale. Perché senza sicurezza non c’è sviluppo, senza salvaguardia del territorio, non c’è crescita economica”. Acquaroli ha ribadito che la proposta di legge, voluta dal Governo regionale e da tutta la maggioranza, “cerca di interpretare le esigenze di un territorio, di creare una visione che vuole conservarlo e allo stesso tempo soddisfare le necessità dello sviluppo economico, a livello turistico, commerciale e industriale. Il nostro territorio ha una forte vocazione manifatturiera, ma questa non può compromettere il valore del nostro paesaggio. Occorre conciliare tutte le esigenze con uno strumento che possa essere di visione complessiva, ma che risponde alle domande delle comunità locali. È uno strumento che si pone un obiettivo molto ambizioso, che si può raggiungere solo se c’è condivisione con i territori, con gli enti provinciali e, soprattutto, se c’è una capacità di raccogliere insieme la sfida del futuro”. Obiettivo della Regione, ha affermato l’assessore Aguzzi, era quello di “redigere una legge urbanistica adeguata ai tempi. La precedente legge urbanistica delle Marche è stata redatta e approvata 31 anni fa, quando lo sviluppo del territorio era visto completamente in maniera diversa: si appaltavano grandi comparti edilizi, grandi comparti di espansione, nuove zone industriali. Oggi è quindi essenziale rivisitare quanto costruito, senza penalizzare il potenziale di sviluppo delle comunità locali. Abbiamo bisogno di una legge che guardi molto alla salvaguardia e alla messa in sicurezza del territorio, all’efficientamento e abbellimento di anche quanto è già tato realizzato”. All’interno di questa legge, ha assicurato Aguzzi, “ci sarà una metodologia di approvazione, da parte dei Comuni, di eventuali nuove varianti, nuovi piani regolatori, enormemente più semplice delle attuali disposizioni. Abbiamo operato uno snellimento burocratico a favore dei Comuni, dei cittadini e dei tanti professionisti che devono portare avanti la progettualità. Oggigiorno, all’opposto, è complicatissimo semplificare con una legge vecchia di 31 anni. Basti pensare che sono stati approvate, nella Regione Marche, in questo lasso di tempo, undici nuove leggi che si sono stratificate una sopra l’altra, con 380 articoli di normative urbanistiche. La nuova normativa prevede, invece, solo 36 articoli, molto ben leggibili e chiari, all’insegna di meno burocrazia per chi deve applicarla e per chi deve beneficiarne”.
L’entrata in vigore prevista “è il 1 gennaio 2024, ma ci sono tutta una serie di norme transitorie che prevedono, ad esempio, che i Comuni abbiano quattro anni di tempo per adeguarsi alla nuova legge regionale. Entro quattro anni prevediamo che ogni Comune delle Marche possa rivisitare il proprio piano regolatore generale e adeguarlo alle nuove normative”. Sono dieci i “pilastri” su cui poggia la nuova normativa proposta. A partire da una pianificazione territoriale regionale, basta su un piano territoriale (Ptr) e un piano paesaggistico (Ppr) per contrastare il consumo di suolo. La pianificazione urbanistica si baserà sul Piano urbanistico generale (Pug), mentre la “Copianificazione e valutazione interistituzionale” (al posto della datata Conferenza dei servizi) semplificherà le relazioni con gli altri strumenti di programmazione previsti (piani regionali, provinciali, comunali o unioni di comuni).
Il testo disciplina, inoltre, gli accordi operativi e i piani urbanistici esecutivi, la perequazione urbanistica e territoriale, gli standard urbanistici, la rigenerazione urbana, le premialità e le compensazioni legate alla rigenerazione urbana, l’interscambio dei dati informativi in possesso delle pubbliche amministrazioni. I dieci pilastri si prefiggono di orientare e coordinare gli enti locali verso un’efficace pianificazione urbanistica. Il processo avviato ha, inevitabilmente, un orizzonte operativo di lungo periodo che inizia con la ridefinizione dei piani regionali. Seguirà la fase di implementazione e interscambio dei dati informativi mediante l’avvio di una piattaforma informatica unica regionale. Verrà istituito, poi, l’Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio e definita l’operatività della Conferenza di copianificazione interistituzionale. Un complesso di interventi innovativi, sin dalla prima fase di attuazione della legge, che richiederà risorse adeguate a formare il personale delle varie amministrazioni coinvolte. Altre risorse serviranno, ancora successivamente, per favorire la predisposizione degli strumenti urbanistici di competenza degli Enti locali e il conseguimento degli obiettivi attuativi, come il contenimento del consumo del suolo.