Urbino – Il suo primo lavoro lo trovò in un‘agenzia funebre e poi entrò nel magico mondo dei villaggi turistici italiani attratto dal “richiamo della foresta”, dove partì dal ruolo più basso, quello di facchino di cucina. Da lì il salto da barista ad animatore turistico, a 120 mila lire al mese, la vera ‘sliding door” che lo ha portato ad essere lo showman più amato d’Italia. Lo racconta oggi Rosario Fiorello nella sua lectio magistralis -che è invero un “Fiorello-show”- all’aula Magna dell’area scientifico didattica Paolo Volponi di Urbino. L’uomo di spettacolo, cantante, comico, imitatore Rosario Tindaro Fiorello è stato infatti insignito del Sigillo d’Ateneo, il massimo riconoscimento dell’Università intitolata a Carlo Bo.
LE MOTIVAZIONI: ”HA SAPUTO SPERIMENTARE LINGUAGGI E REGISTRI ESPRESSIVI ORIGINALI”
La cerimonia è stata introdotta- non senza interruzioni ironiche dell’ospite- dal Rettore Giorgio Calcagnini che ha spiegato il conferimento con queste motivazioni: “La televisione di Fiorello è sempre stata un viaggio nel ribaltamento delle convenzioni abilmente trasformate in ordinaria naturalezza”. E ancora, “Fiorello, fenomeno mediatico di grande rilevanza, nella sua attività ormai 40ennale ha saputo individuare, sperimentare e ridefinire linguaggi e registri espressivi sempre più originali, così da entrare in sintonia con un pubblico variegato e ampio. Osservatore attendo dell’uomo, ne interpreta le istanze più profonde, con spirito pungente che mai si discosta dal garbo. Fiorello Racconta: e la sua grande forza comunicativa si imprime lunga la linea estesa di una riflessione sulla realtà e sui suoi paradossi a cui sottrae peso col riso, con la saggezza del saltimbanco – è stato detto- nel tempo privilegiato e breve dello spettacolo che rinfranca”.
L’ATTACCO NELLA LECTIO MAGISTRALIS: SOCIAL E INFLUENCER CREANO SOLO ILLUSIONI
Da lì la lectio magistralis dal titolo “La mia vita, la mia carriera: lo stesso, grande spettacolo” in cui ha ripercorso tutta la sua vita professionale. partendo dagli esordi più umili, per arrivare alla sua creatura “Viva Rai 2”- intrattenendo per oltre un’ora la platea di studenti e rappresentanti istituzionali. “Io non ho mai avuto velleità di diventare famoso- tira le conclusioni Fiorello- oggi purtroppo il problema è un po’ quello, basta essere famosi per dirsi arrivati, oggi conta molto l’immagine, esistono social, gli influencer che creano illusioni, perché se hai milioni di follower pensi di essere dio, ma la realtà ancora c’è”. E prosegue lo show man: “Bisogna ancora fortunatamente misurarsi con la realtà dei fatti. E posso dirvi che lo studio è la cosa più bella del mondo, se dovessi rinascere avrei cercato anche di studiare, non ho potuto farlo, sono arrivato ultimo anno di liceo scientifico ma non mi sono diplomato, e però bisogna fare l’uno e l’altro, io ho fatto solo l’altro”. Ultimo suo atto in cattedra è l’immancabile “selfie” con il Rettore.