Allenamento a risultato 0, tutte le possibili cause
- 4 Giugno 2018
Quante volte ci capita di non raggiungere un obbiettivo nella vita di tutti i giorni? La stessa cosa può essere trasportata nell’ambito sportivo nel senso che anche nell’allenamento spesso e volentieri il primo errore è quello di considerare tutto ciò come un fallimento anziché come un’importante opportunità.
Questo aspetto in realtà rappresenta il vero e solo unico punto di partenza per correggere la rotta, vale la regola dunque che gli errori sono necessari.
Prima di tutto bisogna partire dagli sbagli che si commettono, il primo è quello di considerare che il mancato conseguimento degli obiettivi facendo attività fisica, sia da imputare ai fattori di “costituzione”, in una parola alla genetica. La domanda che dobbiamo porci è ma siamo sicuri che ci stiamo impegnando e stiamo facendo di tutto per ottenere i nostri obiettivi?
L’impegno in fin dei conti è un parametro soggettivo ed è importante sottolineare che in un mondo sempre più frenetico le persone non sono abituate ad impegnarsi intensamente dal punto di vista fisico e/o a fare delle rinunce al proprio stile di vita.
Ad ogni modo l’impegno, anche quando è consistente, non porta sempre a risultati, spesso perché ci si nutre delle proprie errate convinzioni.
Bisogna continuamente cercare di migliorarsi, rispettare e capire il proprio corpo, ed essere disposti a rivedere le proprie teorie se la loro applicazione non risulta ancora proficua. Quasi con certezza al fallimento è destinata la persona che affronta l’allenamento in modo superficiale con l’atteggiamento ingenuo di chi magari compra le pillole dimagranti che vediamo pubblicizzate in televisione che ti promettono di perdere in scioltezza 10 kg pensando che risolvano magari tutti i problemi di chili in più.
Spesso le persone sono ansiose di ottenere grandi risultati subito dopo un mese di allenamento, la fretta e la smania di vedere subito dei cambiamenti è un altro aspetto importante, invece sono necessari anni e anni di intensi allenamenti per poter plasmare il nostro fisico ed ottenere ottimi risultati. Nessun corpo è uguale ad un altro, c’è chi magari impiega 4 mesi per mettere su una buona massa muscolare e chi invece potrebbe impiegarci 2 anni.
Prima di pensare al lato fisico è fondamentale partire dall’aspetto mentale di consapevolezza per cercare di capire quali sono i propri limiti, come il nostro corpo reagisce agli stimoli, cosa si sta facendo per migliorarsi e soprattutto perché lo si fa.
Quando si inizia si conosce solo il punto di partenza e ovviamente non quello di arrivo e se si pensa che sull’allenamento non si ha più niente da imparare o si pretendono dei risultati restando fermi alle proprie convinzioni è il peggiore dei ragionamenti, la frase di Einstein “La follia di ripetere le stesse cose e attendersi risultati diversi” è la citazione che sintetizza alla perfezione questo comportamento.
Se le persone pensano che per mettere massa o per dimagrire basti andare in palestra, alzare due pesi e guardarsi allo specchio si stanno sbagliando di grosso, in quanto per modificare il proprio peso corporeo l’80% del lavoro viene svolto, come abbiamo più volte ribadito nei nostri articoli, dall’alimentazione. Il risultato è 0 ovviamente quando si pensa di mangiare qualsiasi cosa e dire: “vabbè tanto smaltisco andando il palestra”, non c’è niente di più sbagliato. Certamente non bisogna seguire sempre un regime alimentare ferreo e rigido uno “sgarro” è concesso almeno 1/2 volte a settimana e deve essere visto come un premio, il traguardo settimanale che si deve raggiungere dopo giorni di duro allenamento; anzi lo sgarrare aiuterà a trovare una nuova linfa di energia per ricominciare di nuovo la routine settimanale.
Bisogna sapere che le diverse metodologie di allenamento volte a modificare i fattori che limitano la prestazione incrementando il livello tecnico ed il rendimento di un individuo, debbono essere utilizzate rispettando alcuni principi basilari che rappresentano ed incarnano le basi della moderna Teoria dell’Allenamento e che sono le fondamenta di qualsiasi preparazione atletica.
Ci sono diversi principi che hanno solide basi fisiologiche da tenere in considerazione affinché il nostro allenamento non dia risultati 0:
• Il principio delle differenze individuali: Si tratta di riconoscere, come abbiamo accennato poc’anzi, che siamo tutti geneticamente diversi, nel senso che le persone si adattano sì in modo simile allo stimolo dell’esercizio, ma la misura dello stesso dipende dalla propria genetica. Questo per dire che se dovessimo seguire tutti la stessa metodologia di esercizio fisico non otterremmo benefici in egual misura; quindi ogni programma di allenamento è individuale e deve essere un abito cucito perfettamente per quella persona in particolare.
• Il principio della supercompensazione: Si può definire come l’insieme dei provvedimenti che il corpo attua per annullare le perturbazioni dell’equilibrio organico che l’attività dell’allenamento ha provocato. La risposta ad uno stress (inteso come allenamento) coinvolge sempre la legge naturale della supercompensazione. Questa permette di aumentare le riserve funzionali compensandone in modo sovrabbondante la perdita iniziale e portarsi ad un livello superiore di quello di partenza permettendo così sia l’aumento delle masse muscolari, l’incremento delle riserve di glicogeno o di altre fonti di energia.
• Principio della progressività del carico: E’ fondamentale effettuare un graduale e progressivo aumento degli stimoli, se tutto questo non si verifica non si riuscirà mai ad andare oltre il punto in cui il nostro fisico si è già adattato e non ci saranno dei veri ed evidenti miglioramenti.
• Principio della continuità del carico e principio della reversibilità: Affinché gli adattamenti raggiunti non vadano perduti è importante che gli allenamenti siano continui e non prevedono interruzioni particolarmente prolungate (principio della continuità); per mantenere i miglioramenti bisogna dunque continuare ad allenarsi altrimenti si peggiora e si regredisce (principio della reversibilità).
• Principio del “SAID”: l’acronimo “SAID” sta per “Specific Adaptation to Imposed Demands (ovvero specifici adattamenti imposti dall’allenamento); il nostro corpo si adatta in maniera molto specifica alla richiesta di sforzo imposta dall’esercizio fisico, questo sta a voler dire che se volete essere “persone esplosive” vi dovete allenare in modo esplosivo, se desiderate avere più resistenza e non essere soggetti alla formazione di acido lattico, intensificate gli allenamenti lattacidi e se volete essere più flessibili fate parecchio stretching.
• Principio della “GAS”: questo principio proposto da Seyle nel 1976, è l’acronimo di “General Adaptation Syndrome” (Sindrome di Adattamento Generale), e partendo dai principi sia della supercompensazione che della progressività dei carichi, afferma che ci deve essere un periodo di allenamento a bassa intensità e/o di riposo dopo aver fatto esercizio fisico ad alta intensità, in quanto lo sforzo applicato è traumatico per il corpo, obbligandolo a riprendersi, quindi ad adattarsi. Per farla breve: ad uno stress (allenamento) deve seguire un adeguato/consono recupero.
Questi sono i principi che vanno tenuti sempre in mente quando si incomincia un programma di allenamento e che regolano l’attività fisica (a qualsiasi livello).
Infine dovete ricordarvi che se l’allenamento è mantenuto a lungo sia con lo stesso carico che con i medesimi esercizi, si crea una sorta di adattamento biologico, quest’ultimo diminuisce in caso di stimoli uguali mantenuti per lunghi periodi.
L’allenamento deve essere una sana abitudine, non annoiate i vostri muscoli e non vi annoierete soprattutto voi, avrete sempre più benefici e si vedranno sempre meno allenamenti a risultato 0.
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