Fano (PU) – “Ci sono alcuni servizi comunali che rivestono un ruolo di fondamentale importanza nel mantenimento di un tessuto sociale sano ed integro, soprattutto in periodi di crisi economica, e tra questi rientrano sicuramente quelli detti “a domanda individuale”, ovvero le mense scolastiche, gli asili nido, il trasporto scolastico, le case di riposo e così via. Evidentemente non ne sono tanto convinti il nostro Sindaco e la sua Giunta, che hanno già aumentato le tariffe per tali servizi rispettivamente dello 0,8% nel 2015, dell’1% nel 2016 e dell’1,5% nel 2017”. Ad affermarlo sono gli esponenti del Movimento 5 stelle Fanese, Hadar Omiccioli, Marta Ruggeri e Giovanni Fontana che aggiungono: “Leggendo i rendiconti pubblicati si evince inoltre che l’amministrazione Seri è riuscita a fare la ‘cresta’ sulla refezione scolastica, facendo pagare ai genitori dei nostri bambini addirittura più di quello che è stato speso per il servizio erogato: circa 55 mila euro in più nel 2015 (+3,41%) e addirittura 220 mila euro in più nel 2016 (+14,34%)”. Secca la risposta dell’assessore ai Servizi Educativi, Samuele Mascarin che replica: “I rilievi effettuati dagli esponenti del Movimento a 5 Stelle sono parziali e superficiali. I grillini fanno riferimento solo ai costi diretti (quelli presi in considerazione negli schemi di cui alle relazioni al rendiconto 2015 e 2016 redatte dai Revisori dei Conti) che attengono alle fatture pagate dall’ente e, appunto, direttamente connesse al servizio mensa scolastica (in sostanza le fatture pagate alla ditta appaltatrice). Invece attengono al costo effettivo che il Comune di Fano sostiene per il servizio ristorazione scolastica molte altre spese come ad esempio: il personale dipendente comunale impiegato nel servizio, i costi per il personale per lo scodellamento per cui si erogano contributi alle dirigenze scolastiche, i costi per il mantenimento e la manutenzione delle attrezzature e dei locali destinati alle mense (nove cucine comunali più i refettori), i costi del personale interno destinato all’organizzazione del servizio, alla fatturazione ed alla riscossione sia degli uffici dei servizi educativi che dell’ufficio ragioneria, le spese per software e servizi informatici dedicati”. “Sorprende – conclude Mascarin – che chi si candida al governo della città non sia in grado di rilevare l’ovvio e banale binomio costi diretti/costi indiretti che strutturalmente compone il bilancio di un settore dedicato all’erogazione di servizi. Amareggia invece che con tanta superficialità e disinvoltura si tenti di attivare tra le famiglie paure e allarmi inesistenti”.