Fano (PU) – Una vita vissuta a pane e calcio a 5 e una di quelle occasioni che quando capitano è bene cogliere al volo. E lui di farsela sfuggire non ci ha nemmeno pensato, ha fatto le valigie ed è partito per il Kuwait per firmare un contratto che lo lega per un anno al Kuwait Sporting Club, formazione di prima divisione che mira a diventare una potenza del futsal mondiale in un paese dove questa disciplina è in forte espansione.
La storia di Davide Bargnesi è quella di un ragazzo con una passione smisurata per il futsal tanto da trasformarla in lavoro con anni e anni di sacrifici. Da giocatore è arrivato a giocarsi una finale di coppa Italia di serie B difendendo i pali dell’allora Palextra, da allenatore ha fatto la classica gavetta partendo dalle giovanili della stessa società orogranata all’epoca presieduta dall’attuale vicepresidente federale Andrea Farabini. Nel mezzo campionati di C2, C1 e B con Urbino ed Eta Beta Fano che lo hanno fatto crescere fino ad entrare nello staff tecnico del Pesaro calcio a 5, collaborando con un guru del futsal come Ramiro Diaz.
Al termine della stagione 2017/2018, l’allenatore spagnolo ha accettato la stimolante proposta della società kuwaitiana e al suo fianco ha voluto ancora una volta Bargnesi che tra l’onorato e l’orgoglioso non poteva che accettare: “Sono esperienze che non capitano tanto spesso – ammette Bargnesi, conosciuto a Fano e nel calcio a 5 come ‘Daffo’ – e sono convinto che sarà un anno fondamentale per la mia crescita professionale. Tra qualche giorno tornerò in Kuwait per iniziare la preparazione. Da lì, ad agosto, ci sposteremo in Europa per delle amichevoli internazionali, (impossibile allenarsi in Kuwait, in quel periodo ci sono 45/50 gradi) prima dell’inizio delle competizioni ufficiali”.
Se l’esperienza di Pesaro in A1 è servita a “Daffo” per farsi conoscere ancora di più nel panorama del futsal nazionale, con la panchina oltre oceano si aprono per lui degli scenari internazionali importanti con il bagaglio d’esperienza che andrà sicuramente a crescere. “La serie A kuwatiana è sicuramente di livello inferiore rispetto a quella italiana o europea – ammette il mister – ma c’è una gran voglia di emergere e ci sono delle strutture veramente all’avanguardia. Poi, ovviamente, il fatto di essere un paese ricco aiuta e gli eventi internazionali come quello di qualche giorno fa con in campo giocatori come Pirlo e Kakà avvicinano la popolazione a questa disciplina. Non sono però interessati solo alle esibizioni: infatti cureremo il settore giovanile di cui sarò responsabile tecnico per far crescere il movimento anche dal basso”.