Pesaro – “Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione per incrementare gli accessi alle facoltà di medicina e ai corsi di specializzazione. E’ un atto di indirizzo importante, che recepisce i punti principali della proposta di legge al Parlamento, di cui ero primo firmatario, per modificare la norma del 1999 sul numero chiuso. Mai come negli ultimi due anni è risultato evidente lo scollamento tra il numero di medici e infermieri necessario dentro gli ospedali e nella sanità territoriale, rispetto alla disponibilità effettiva di personale”. A parlarne il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Biancani.
“La nostra proposta – spiega Biancani -, sottoscritta da tutti i consiglieri del Pd, proponeva un accordo tra Stato e Regioni per aumentare gli ingressi all’università fino a coprire il fabbisogno reale del sistema sanitario. Attualmente il parametro si basa principalmente su quanti studenti ogni ateneo riesce ad accogliere (offerta potenziale). Il criterio più razionale è invece il fabbisogno definito dalla programmazione del Ministero della salute, dopo aver recepito le richieste regionali. Eliminare il numero chiuso incondizionatamente, come prevedeva la proposta di legge della Lega, con primo firmatario il consigliere Cancellieri, è sbagliato, come ci hanno confermato anche i rappresentanti dei medici e delle università nel corso degli incontri che abbiamo svolto con il nostro gruppo consiliare”.
“Il sistema universitario – prosegue Biancani – non reggerebbe tanti studenti e si metterebbe a rischio la qualità formativa indispensabile per questa professione. Nella mozione si chiede per i prossimi due anni accademici di incrementare almeno del 50% il numero degli ammessi ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, ai corsi di laurea specialistica delle professioni sanitarie, nonché ai corsi di formazione specialistica dei medici, per poi passare progressivamente all’indice del fabbisogno reale. Inoltre sollecitiamo una fotografia puntuale della situazione. Quanti medici di medicina generale servono? Quanti medici specialisti? Quanto personale sanitario? E’ necessario riorganizzare il sistema anche alla luce della reale presenza di medici, mentre la nuova Giunta sbandiera l’apertura di servizi, pur sapendo di non disporre del personale sufficiente per farli funzionare”.
“Il caso più eclatante – conclude Biancani – è oggi quello dei pronto soccorso e delle Guardie mediche. E’ inutile, e aggiungo pericoloso, rivedere decine di nuove strutture, ospedali, case della salute, case di comunità, se poi non ci saranno nei prossimi anni i medici e gli infermieri che le farà funzionare. Una volta calcolato con esattezza il fabbisogno, servono investimenti e nuove assunzioni. Per quanto riguarda la richiesta rivolta al Governo e al Parlamento di assicurare le modifiche della legge 264 del 1999, siamo molto determinati. Per questo abbiamo aggiunto un emendamento bipartisan, presentato dal consigliere Cesetti e sottoscritto anche da me, in cui ci impegniamo, qualora non si provveda al superamento delle gravissime carenze di medici e di personale del servizio sanitario, ad esaminare la questione dal punto di vista della compatibilità costituzionale”.