Fano (PU) – Una salma ben conservata con pelle, bacino, viso, gambe, piedi e cranio integri. E’ questo lo scenario che si è presentato di fronte al medico legale e all’antropologa fisica che lo scorso 4 dicembre, insieme a Soprintendenza, Comune, Carabinieri del Nucleo Tutela Beni Culturali e l’ordine provinciale dei Frati Minori delle Marche, hanno proceduto alla riapertura della cassa di zinco ritrovata in un’intercapedine tra la chiesa di Santa Maria Nuova e il convento il 12 settembre. Il corpo mummificato è quello del Beato Antonio da Fano, il fratello dell’Ordine dei Frati Minori vissuto nel 1400 e collocato in quella sede intorno agli anni 50 durante dei lavori di ristrutturazione.
“La scelta è ricaduta su quell’intercapedine – ha spiegato Padre Ferdinando Campana, ministro provinciale dei Frati Minori delle Marche – perché molto probabilmente col tempo la comunità ha smesso di venerarlo, cosa che invece ha fatto nei secoli precedenti quando la sua salma stazionava dietro l’altare laterale di Sant’Antonio, proprio dentro la chiesa”. Cioè che balza più all’occhio del Beato Antonio, il cui corpo è coperto da un saio di epoca moderna presumibilmente adagiato sul frate dalle onoranze funebri negli anni 50, è l’ottimo stato di conservazione, contrariamente ad altri vissuti nella stessa epoca (Beato Sante, San Giacomo della Marca), di cui lo stesso Padre Campana ha assistito in passato alle operazione di riesumazione.
Dalle prime analisi isotopiche effettuate, si può desumere che il Beato Antonio abbia vissuto fino all’età di circa 50 anni e che fosse in buone condizioni di salute, fatto salvo per una spondilartrosi e una saldatura all’anca. Attraverso altre analisi come tac e radiografie si potrebbe scavare ancora di più sul suo passato tant’è che l’ordine dei Frati Minori delle Marche ha già avviato dei contatti con l’Università di Pisa per capire se questa strada è percorribile attraverso degli esperti. Attualmente la salma, dopo l’apertura e richiusura avvenuta al cimitero dell’Ulivo, si trova a Valleremita (in provincia di Ancona) in attesa di una collocazione definitiva che molto probabilmente potrebbe essere proprio Santa Maria Nuova anche se non all’interno della chiesa bensì in una nicchia simile a quella dov’è stato trovato.
“Non essendo stato dichiarato venerabile dalla chiesa – precisa Padre Campana – la legge ecclesiastica vieta la sua collocazione all’interno di una chiesa dove, al contrario, potrebbe essere posta una targa indicante che la salma si trova nei pressi”. Nonostante sia conosciuto come “Beato”, infatti, Antonio da Fano è considerato tale per l’ordine dei frati ma non è mai partito il processo di beatificazione della chiesa, cioè non toglie che lo stesso sia stato una personalità importante dell’epoca, basti pensare che dallo studio dei testi antichi sembra che sia stato il confessore di Ferdinando d’Aragona.