Roma – Costantino Vitagliano compie 50 anni. “Mezzo secolo, li sento tutti”, dice al Corriere della Sera che gli dedica un’intervista celebrativa. E’ dimagrito 29 chili per una malattia autoimmune. “Navigo a vista”, dice l’ex tronista più ambito d’Italia. Una vera icona degli anni 2000. Costantino e basta, un brand vivente, ad un certo punto. Da Uomini e donne verso l’infinito e oltre.
“Adesso le ospitate in discoteca non si fanno più: ci sono gli eventi nei negozi, nei centri commerciali”, racconta. Uso ancora la mia immagine. In passato ho guadagnato tanto. Basti dire che per sfizio mi sono comprato di botto una Bentley da 250 mila euro, che avevo sei-sette case. Solo per le chat prendevo un milione l’anno. Non riuscirei a quantificare. A un certo punto le richieste erano troppe, l’agenzia per limitare le serate ha alzato il cachet al massimo andando oltre i diecimila euro per un’ora. E invece di diminuire le domande aumentavano. Ho guadagnato io e fatto guadagnare gli altri. Oggi mi pagano duemila euro più le spese per 90 minuti. Però posso scegliere”.
“Il mio sogno da ragazzino era essere il più bello. Non il calciatore, non altro: erano gli anni 90 e volevo essere solo e soltanto il più bello di tutti. Per un periodo ce l’ho fatta. Guardavo la tv, vedevo vestiti di lusso, macchine, vacanze: sono nato in periferia da una famiglia semplice e avevo fame di tutto. Volevo fare un sacco di soldi”.
“Ero richiesto, mi sono gasato per anni. La gente mi cercava, arrivavo e via il delirio. Non mi sono mai sentito usato in senso negativo. Nell’immaginario collettivo sono io quello ai piedi di Lele Mora nelle foto ammiccanti: fake. Io e Lele Mora abbiamo lavorato insieme ma Costantino di piedi non ne ha mai baciati né massaggiati, mai. Né in senso letterale né metaforico”.
“Per sei, sette anni ho vissuto a mille. Lavoravo sempre, non staccavo mai. Pensavo solo a girare, piacere, farmi pagare. Intorno al 2007 ho iniziato a cedere. Mi dava fastidio pure sentire il mio nome, guardarmi allo specchio. Un giorno sono svenuto tra gli spasmi. È iniziato il tour negli ospedali, gli esami erano a posto. In verità erano attacchi di panico, un malessere che ancora non si comprendeva: sei strano, reagisci che non hai niente! Ho staccato la spina”.