Roma – Ci ricorderemo di un’altra Italia di Berlino. Un racconto triste, però, quello di una squadra dominata dalla Svizzera e spinta fuori dagli Europei senza nemmeno lottare. Mai in partita in questo ottavo di finale. Altro che spirito del Mondiale 2006, quello è rimasto nel sopralluogo fatto dai giocatori sul campo dell’Olympiastadion insieme al capodelegazione Gigi Buffon. Poi, purtroppo per l’Italia, si è passati dalle parole ai fatti. E la Nazionale azzurra, tra l’altro campione d’Europa in carica, è mancata in tutto. Il 2-0 non dice a sufficienza quanto sia stata brutta l’Italia, senza qualità né spirito combattivo. Lenta, quasi svogliata, tanto che alla Svizzera è bastata una partita normale per interrompere quella striscia negativa contro gli azzurri che durava da 31 anni.
Spalletti ha scelto il 4-3-3, con Mancini e Darmian al posto dello squalificato Calafiori e dell’infortunato Dimarco. E poi Fagioli in regia con ai lati Cristante e Barella, e in attacco Chiesa ed El Shaarawy sulle ali con l’intenzione di farci volare e Scamacca come punto di riferimento davanti. Ha cambiato l’Italia quindi il ct, ma non è riuscito a cambiare il non gioco degli azzurri. Squadra bassa e da subito in chiara difficoltà di palleggio, incapace di uscire da una pressione della Svizzera più asfissiante dei 30 gradi di Berlino. Nulla di strano, quindi, se l’unico dell’Italia a mettersi in mostra è stato ancora una volta Donnarumma, che ha rimandato lo svantaggio con l’ennesimo miracolo dei suoi Europei su Embolo.
Nulla ha potuto, però, quando i suoi compagni di squadra hanno consentito a Freuler di infilarsi in solitudine nell’area, controllare un passaggio in libertà e di sinistro battere a rete da distanza ravvicinata. Eccola la Svizzera in salsa bolognese con Aebischer e Ndoye a festeggiare insieme a Freuler, e poi l’abbraccio con Rodriguez, colonna della difesa del Torino. Per l’altro ‘italiano’ Sommer, portiere campione d’Italia con l’Inter, alzare le braccia al cielo per esultare è stato praticamente l’unico impegno in un primo tempo di tutto riposo. Italia non pervenuta. In svantaggio per la quarta volta in quattro partite. E, prima dell’intervallo, ancora santo Donnarumma e il palo a salvarla su una punizione di Rieder.
Ti aspetti una squadra diversa nel secondo tempo, con pure Zaccagni al posto di El Shaarawy, e invece ecco quella distratta della prima partita con l’Albania. Appena 32 secondi ed è arrivato un tiro a giro vincente, ma di Vargas. Una volta il cielo era azzurro sopra Berlino, stavolta si è fatta notte fonda. Probabilmente non sarebbe servito a nulla nemmeno se il tentativo di autogol di Schar fosse finito in rete invece che sul palo. Come hanno cambiato poco o nulla i vari cambi di Spalletti. Sì, è vero, Scamacca a venti minuti dalla fine da mezzo metro ha preso un altro palo, ma non si può certo parlare di sfortuna dopo una prestazione del genere. Sarebbe vergognoso. La Svizzera aveva tolto all’Italia la qualificazione ai Mondiali del Qatar e adesso è stata anche la nostra giustiziera in questi Europei. Ma se gli azzurri cercano un colpevole per questo risultato devono guardarsi allo specchio. Tutti a casa.