

Roma – In vista di un tanto atteso cessate il fuoco in Ucraina, oggi a Parigi si riuniranno i rappresentanti dei Paesi ‘volenterosi’, coloro cioè che si stanno impegnando per arrivare ad un accordo di pace. Al centro del tavolo delle trattative il cessate, il fuoco, gli aiuti immediati e quelli a lungo termine e la definizione della ‘forza di rassicurazione’, che Macron vuole costruire con l’aiuto di Inghilterra e i colleghi europei.
Al Vertice sulla pace di oggi, che dovrebbe prendere il via intorno alle 9, prenderà parte anche la premier Meloni. Proprio in vista dell’incontro con la coalizione, ieri a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione a cui hanno preso parte, oltre alla Presidente del Consiglio, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani (in videocollegamento), il Vice Presidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e il Ministro della Difesa, Guido Crosetto. Nel corso della riunione, “è stato riaffermato l’impegno alla costruzione, insieme ai partner europei e occidentali e con gli Stati Uniti, di garanzie di sicurezza solide ed efficaci per l’Ucraina che trovino fondamento nel contesto euroatlantico. Ciò anche sulla base di un modello che in parte possa ricalcare quanto previsto dall’articolo 5 del Trattato di Washington, ipotesi che sta riscontrando sempre più interesse tra i partner internazionali”. L’incontro “ha inoltre permesso di ribadire che non è prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno. È stato, infine, affrontato il tema dell’attuazione e del monitoraggio del cessate il fuoco, su cui si sta facendo spazio un possibile ruolo delle Nazioni Unite, che il Governo italiano sostiene da tempo”.
“Al confine tra Ucraina e Russia adesso si comincia a parlare della missione delle Nazioni unite, vedremo quello che accadrà. La nostra posizione rimane quella solita, lavorare per la pace e sostegno totale all’Ucraina, non inviare militari in missioni che non siano delle Nazioni unite: quello è l’unica delle condizioni per noi per inviare i militari. E poi rimane l’opzione, per garantire la sicurezza europea, di una sorta di ‘articolo 5-bis’ della Nato anche per proteggere l’Ucraina”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine, nella videochiamata con il governo.