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Milano – “Porto un saluto da parte del presidente Steven Zhang che non ha potuto partecipare ma non ha mai fatto mancare il suo affetto nei nostri confronti, e la sicurezza”. Sulla sicurezza Giuseppe Marotta non traballa, mentre a Palazzo Marino riceve l’Ambrogino d’oro che il Comune di Milano assegna all’Inter per il ventesimo scudetto. Ma è una celebrazione che viaggia in una realtà parallela, ben gestita dall’amministratore delegato – soprattutto – a tenere in piedi la baracca sportiva mentre quella societaria barcolla, a momenti crolla.
Perché in un’altra dimensione, oggi teoricamente è l’ultimo giorno lavorativo per firmare l’accordo salva-vita con Pimco che garantirebbe al presidente Zhang un prestito triennale da 430 milioni di euro. Sono i soldi che servono a liquidare Oaktree, il cui finanziamento è in scadenza appunto lunedì: vanno restituiti circa 375 milioni per non perdere la proprietà del club.
Il problema è che Oaktree starebbe ostacolando – ovviamente – la chiusura del nuovo finanziamento, per garantirsi il pegno sulle azioni dell’Inter. Il rischio concreto – scrive la Gazzetta dello Sport – è che si arrivi ad una battaglia legale e ad una conseguente paralisi dell’operatività del club. C’è una clausola di garanzia nelle mani di Oaktree che in caso di passaggio di mano dell’Inter assicurerebbe al fondo un incasso del 20% sulla differenza tra una valutazione predefinita (indiscrezioni parlano di 800 milioni) e il reale prezzo di vendita.
Ma è una “warranty” che resterebbe attiva anche se l’Inter venisse ceduta in un futuro molto prossimo: Oaktree avrebbe comunque il suo introito garantito. Oaktree, insomma, spinge per la vendita immediata o per un finanziamento con tempistiche più brevi. L’affare Pimco-Suning può andare in porto al massimo entro domenica. Sono ore cruciali, si usa dire in questi casi. Altro che “sicurezza”.