
DIRE – La città di Pordenone è la Capitale italiana della Cultura 2027
- 12 Marzo 2025
Roma – La Capitale italiana della Cultura 2027 è Pordenone. Lo ha annunciato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Alla città vincitrice è assegnato un contributo di un milione di euro per attuare il programma culturale presentato nel dossier di candidatura. Le altre candidate erano Alberobello (Puglia), Aliano (Basilicata), Brindisi (Puglia), Gallipoli (Puglia), La Spezia (Liguria), Pompei (Campania), Reggio Calabria (Calabria), Sant’Andrea di Conza (Campania), Savona (Liguria).
CAPITALE ITALIANA 2027, GIULI: DIECI PROGETTI MERAVIGLIOSI
“Il più bel riconoscimento morale è essere qui ospiti, noi, di dieci meravigliose città giunte al traguardo di questa giornata. Sono dieci meravigliosi progetti“. Lo ha detto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, subito prima di proclamare Pordenone Capitale italiana della Cultura 2027. La città è stata scelta all’unanimità dalla Giuria del ministero della Cultura presieduta da Davide Desario, che ha chiesto al ministro Giuli di dare un riconoscimento economico anche alle altre finaliste. “Fa bene incoraggiare anche economicamente le città che hanno vinto, perché sono arrivate fino a qui, anche senza essere salite sul gradino più alto del podio. Sarà massima cura fare in modo che tutto ciò sia possibile”, ha risposto il ministro.
SINDACO PARIGI: USCIAMO DALL’OMBRA, SORPRENDEREMO
“Grazie alla giuria che ha scelto e ben compreso il nostro dossier e grazie alle altre città che hanno partecipato. Siamo partiti un anno e mezzo fa con questa lunga cavalcata. Ha vinto una città e ha vinto un territorio intero. Pordenone è fuori dall’immaginario collettivo italiano o se ci sta è per la presenza delle caserme dove tanti hanno fatto il militare quando era obbligatorio o per le fabbriche, o perché siamo vicino a Venezia. Credo che la commissione ci abbia ricollocato in modo corretto nella mappa dell’immaginario”. Lo ha detto il vicesindaco facente funzioni di Pordenone, Alberto Parigi, subito dopo la proclamazione della città Capitale italiana della Cultura 2027. “Avete acceso un faro su un pezzo di Italia, consentendoci di uscire dal cono d’ombra e svelare tutta la nostra identità. Non è una comunità che pensa solo a fare soldi, ‘schei’ come li chiamiamo noi, ma c’è molto altro. Un territorio che combina cultura e impresa, cultura e lavoro, e ricuce il dualismo tra la vocazione culturale e imprenditoriale. Oggi Pordenone e il suo territorio diventano grandi esprimendo a pieno quel potenziale culturale che rischiava di rimanere inespresso. Ci impegniamo a far sì che Pordenone possa esprimere a pieno questo compito e siamo pronti a sorprendere l’Italia”, ha concluso.
LA GIURIA: DOSSIER INNOVATIVO E INCLUSIVO
Pordenone è la Capitale italiana della cultura 2027. Tra una rosa di dieci finaliste, la città è stata scelta all’unanimità dalla Giuria del ministero della Cultura, presieduta da Davide Desario, e riceverà un milione di euro per attuare il progetto definito “eccellente” dagli esperti. Il dossier, queste le motivazioni della Giuria, “propone un modello di valorizzazione culturale innovativo e inclusivo, capace di coniugare tradizione e contemporaneità. L’approccio strategico mira a rafforzare l’identità del territorio attraverso progetti che intrecciano patrimonio storico, arti visive, cinema e partecipazione attiva della comunità. Particolarmente apprezzata è la capacità di attivare un processo di coinvolgimento diffuso che reinterpreta il legame tra memoria, territorio e creatività”. Il progetto, si legge ancora, “si distingue per la volontà di rendere la cultura un motore di sviluppo sostenibile, con un programma articolato lungo l’intero anno, capace di attrarre un pubblico ampio e diversificato. La strategia di investimento è solida e coerente con gli obiettivi, con un impatto atteso significativo sul tessuto socio-economico. Apprezzata, inoltre, l’integrazione tra istituzioni culturali, sistema museale, universitario e realtà associative, che garantisce una rete solida e partecipativa. La particolare attenzione rivolta ai giovani, non solo come fruitori ma come protagonisti del processo creativo, conferma la visione dinamica e inclusiva del progetto”. Il dossier, spiega infine la Giuria, “soddisfa gli indicatori del bando, ponendosi come un modello di progettazione culturale innovativa e condivisa”.