

Roma – “E’ un momento estremamente complesso, decisivo per il destino dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo. “Vengo con la speranza che il dibattito ci trovi tutti consapevoli del tempo grave che stiamo vivendo” aggiunge, invitando al “senso di realtà e responsabilità che si deve a un momento come questo”.
“Se l’Europa pensa di sopravvivere a questa fase pensando di iper regolamentare tutto invece di liberare le energie, semplicemente non sopravvivrà. Serve una nuova visione: la politica deve tracciare la rotta, non la burocrazia. Faremo di tutto perché l’Europa non sia soffocata dalle sue stesse regole”.
“Non sono certa, insomma, che sia necessariamente un buon affare rispondere ai dazi con altri dazi. Per questo, credo che le energie dell’Italia debbano essere spese alla ricerca di soluzioni di buon senso tra Stati Uniti ed Europa, dettate più dalla logica che dall’istinto, in una ottica di reciproco rispetto e di convenienza economica”.
“Sono convinta che si debba continuare a lavorare, con concretezza e pragmatismo, per trovare un possibile terreno d’intesa e scongiurare una “guerra commerciale” che non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l’Europa”.
“Credo che non sia saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono. Se è vero che i dazi imposti sulle merci extra UE possono teoricamente favorire la produzione interna, in un contesto fortemente interconnesso come quello delle economie europea e statunitense, il quadro si complica”. “I dazi possono facilmente tradursi in inflazione indotta, con la conseguente riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e il successivo innalzamento dei tassi da parte della BCE per contrastare il fenomeno inflattivo, come abbiamo già visto. Risultato: inflazione e stretta monetaria che frena la crescita economica”, conclude la premier.
Sui migranti l’Italia può rivendicare “un duplice obiettivo: la drastica riduzione degli sbarchi sulla rotta del Mediterraneo centrale, in particolare grazie al crollo delle partenze dalla Tunisia e dalla Libia, e la riduzione complessiva degli ingressi irregolari nella Ue, anche sulle altre rotte, come quella balcanica”. “Nel 2024 gli sbarchi si sono ridotti del 60% rispetto al 2023 e di oltre il 35% rispetto al 2022”, aggiunge. Per la premier “diminuire le partenze e stroncare il business dei trafficanti è l’unico modo per ridurre il numero dei migranti che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia e l’Europa. È questo il risultato che più ci deve rendere maggiormente orgogliosi”.