Bruxelles – “La quota di investimenti in Europa dovrà aumentare di circa 5 punti percentuali del Pil, fino a raggiungere i livelli degli anni ’60 e ’70 per raggiungere gli obiettivi di digitalizzazione, decarbonizzazione e rafforzamento delle capacità di difesa. Si tratta di una sfida senza precedenti”. È quanto si legge nel report sulla competitività redatto dall’ex primo ministro Mario Draghi su incarico della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Nel documento Draghi ha esortato quindi le istituzioni europee all’azione, rimarcando la necessità di difendere i diritti fondamentali e della democrazia. “Abbandoniamo l’idea che procrastinando si preservi il consenso. Tutto ciò- aggiunge- ha creato solo il rallentamento della crescita”.
“L’Ue sta entrando nel primo periodo della sua storia recente in cui la crescita non sarà sostenuta dall’aumento della popolazione“, si legge ancora. Entro il 2040, “si prevede che la forza lavoro si ridurrà di quasi 2 milioni di lavoratori all’anno, e dovremo puntare maggiormente sulla produttività per guidare la crescita”, insiste l’ex premier. “Se l’Ue mantenesse il suo tasso medio di crescita della produttività dal 2015, sarebbe sufficiente solo a mantenere costante il Pil fino al 2050, in un momento in cui l’Ue si trova ad affrontare una serie di nuovi investimenti da finanziare con una crescita più elevata”, si legge ancora.
“Vogliamo che la decarbonizzazione sia fonte di crescita; se falliamo la decarbonizzazione può andare nella direzione opposta rispetto alla competitivà e alla crescita”. Lo ha dichiarato l’ex premier italiano e presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, nel presentare il rapporto sulla competitività redatto su incarico della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
“È necessario combinare la decarbonizzazione con la crescita europea”, ha detto ai giornalisti l’ex primo ministro, soffermandosi sulle difficoltà di un mercato dell’energia “ancora strutturato basandosi su gas naturale e combustibili fossili come componenti più importanti del mix energetico, nonostante non sia più così”.
Nel 2022, ha aggiunto, “il gas ha rappresentato il 20% del mix energetico ma ha settato il prezzo nel 60% dei casi”. Draghi ha insistito sulla necessità di “estendere i benefici dell’energia più economica prodotta dalle rinnovabili ai consumatori europei, che si tratti di singoli privati o aziende”.