

Roma – I dazi degli Stati Uniti “rappresentano chiaramente un rischio significativo per le prospettive globali in un momento di crescita lenta”: lo ha evidenziato la direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi), Kristalina Georgieva. Con una dichiarazione diffusa sul sito dell’istituto, la responsabile ha espresso l’auspicio che Washington e i suoi “alleati commerciali” possano lavorare in modo costruttivo per risolvere le tensioni e ridurre l’incertezza. Secondo Georgieva, l’Fmi sta ancora valutando le implicazioni macroeconomiche dei dazi predisposti dall’amministrazione di Donald Trump.
Mercoledì il presidente americano ha annunciato l’imposizione di dazi “reciproci” che variano dal 10 al 50% sui prodotti importati negli Stati Uniti da molti altri Paesi. Le aliquote sono differenti: 20% per l’Unione Europea, il 34% per la Cina, il 46% per il Vietnam, il 32% per Taiwan, il 24% per Giappone, il 26% per l’India, il 25% per la Corea del Sud, il 36% per la Thailandia, il 31% per la Svizzera, il 32% per l’Indonesia, il 24% per la Malesia, il 49% per la Cambogia, il 30% per il Sudafrica, il 30% per il Bangladesh e il 17% per Israele.