Roma – “Non è possibile sottoscrivere il documento firmato dai sovranisti Ue e sostenere il governo europeista di Draghi, c’è una contraddizione evidente. È come se in termini calcistici una persona dice che tifa Milan e Inter insieme: questo non si può fare, o si sostiene il governo Draghi o le politiche europee di Orban”. Lo dice il segretario Pd, Enrico Letta, alla Conferenza programmatica del Psi. “Gli altri – punge il leader dei dem – si organizzano attorno a Orban, noi attorno ai valori di democrazia, rispetto e tolleranza”.
Da parte del Partito democratico, sottolinea Letta, non ci sono invece dubbi o esitazioni sul campo in cui schierarsi: “Il sostegno convinto al governo europeista di Draghi è la cartina al tornasole di amore e di rilancio verso il nostro Paese. Tutti sentiamo questa aria di ricostruzione, c’è una voglia, un senso di ottimismo e di speranza. Le forze politiche più europeiste hanno un dovere in più. E dobbiamo farlo insieme, ci lega una storia”, conclude il segretario dem.
Ma la risposta del Carroccio non tarda ad arrivare: “Letta abbia la decenza di non parlare di alleanze, visto che pur di restare al potere il Pd si è alleato con chiunque: in Europa stava in maggioranza al fianco del Ppe anche quando c’era Orban e ora abbraccia i governi dei Paesi frugali che remavano contro l’Italia. In Italia, il Pd ha governato con chiunque, elemosinando il sostegno di avversari storici come Berlusconi, i grillini e perfino Renzi. Forti nel Palazzo, deboli nelle urne. Visto che Draghi lo sta smentendo su tutto (basti pensare al Mes o alla patrimoniale), Letta ne tragga le conseguenze e, se vuole, esca dal governo”. Così i capigruppo di Camera e Senato della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Dichiarazioni a cui controreplica la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani: “L’agenda del governo Draghi è l’agenda del Pd. Non si può dire lo stesso della Lega, a cominciare dalla giustizia e dal fisco, come si vede proprio in queste ore. La conversione europeista di Salvini è già uno sbiadito ricordo e la linea comune con le destre europee dimostra quanto la scelta di campo di Salvini sia alternativa a quella del governo. Se c’è qualcuno che deve trarre le conseguenze, cari Molinari e Romeo, siete proprio voi”.