Parigi – Antonino Bossolo a Parigi scrive la storia del para taekwondo italiano: il lottatore palermitano ha battuto 18-13 in un match al cardiopalma ribaltato negli ultimi secondi l’israeliano Adnan Milad nella finale per il bronzo del torneo di taekwondo K44 -63kg ai Giochi paralimpici di Parigi 2024, conquistando la prima storica medaglia nella disciplina per l’Italia. Ad assistere alla vittoria dell’azzurro dagli spalti la moglie e il figlio, oltre al presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli. Bossolo si riscatta così dopo la sconfitta subita all’ultimo istante contro il mongolo Bolor-Endene Ganbat, numero due al mondo, nella tiratissima semifinale per l’oro. Una rivincita per Gambat, che a Tokyo 2020 – da primo nel ranking – era stato eliminato dal torneo proprio dell’azzurro.
“Sono contento e sono orgoglioso, ma allo stesso tempo è così, lo sport è questo: ci sono gioie e ci sono anche delusioni, però l’importante è saper reagire“. Parola di Antonino Bossolo. Tre anni fa a Tokyo, al suo esordio nei Giochi, Bossolo perse la finale per il bronzo dopo essere stato sconfitto nella semifinale per l’oro. Anche stavolta stesso copione iniziale, ma i nervi del taekwondoka palermitano sono rimasti saldi nonostante la delusione: l’azzurro è riuscito a portare a casa il podio ribaltando nei secondi finali un match che sembrava star scivolando via e scacciando definitivamente i fantasmi giapponesi. “A Tokyo ho avuto una bastonata talmente forte che mi ha distrutto proprio psicologicamente, poi ho reagito ma mi sono infortunato in semifinale e ho perso anche la possibilità di vincere la medaglia di bronzo”, racconta Bossolo nella zona mista a pochi metri dal tatami del Grand Palais. “Oggi invece- aggiunge- ero sereno, tranquillo, stavo bene: avevo vinto il primo incontro ai tranquillamente, però il mio avversario in semifinale (il mongolo Bolor-Endene Ganbat, ndr) era ostico, lo conosco bene, a Tokyo era il primo del ranking e cinque volte campione del mondo anche lui. Però ce la siamo giocata, sapevamo che vinceva chi faceva un punticino in più, purtroppo stavolta è andata bene a lui”.
Archiviata l’amarezza per aver mancato i metalli più pesanti, resta la soddisfazione per una medaglia storica vinta davanti agli occhi della sua famiglia: sugli spalti del Grand Palais di Parigi, infatti, a tifare per Nino c’erano la moglie, il figlio e anche sua mamma e suo papà: “Era una medaglia che ho sempre sognato. Purtroppo è andata così oggi ma sono contento lo stesso: mi sono goduto Parigi, sono sereno con me stesso e quindi andrò a casa tranquillo”. A chi dedica questo bronzo Antonino Bossolo? “Lo dedico a tutti, al mio gruppo sportivo, alla mia federazione, a tutte le persone che mi hanno seguito da casa, alla mia famiglia, a tutti e a tutte”. Stasera si festeggia: da domani, però, la testa sarà già su Los Angeles.