Roma – L’assessora al Welfare Rosa Barone del M5s abbandona la squadra del campo largo di Michele Emiliano, in Puglia. Con lei, anche 4 consiglieri del M5s passano all’opposizione. Succede all’indomani dello scandalo giudiziario (non il primo) deflagrato in casa Pd, con l’arresto dell’ex assessore Alfonso Pisicchio. Ha spiegato la situazione in conferenza stampa il leader pentastellato Giuseppe Conte.
“È ora di fare tabula rasa- taglia corto l’ex presidente del Consiglio-, noi combattiamo Giorgia Meloni e soci ma non facciamo sconti alle forze del nostro campo. Dobbiamo estirpare l’erbaccia della cattiva politica, fare disinfestazione. Noi non abbiamo mai imbarcato acchiappavoti, abbiamo anche noi la lista di capibastone con pacchetti precostituiti di voti che ci hanno offerto dappertutto e abbiamo sempre rifiutato“, sottolinea. Conte ha anche offerto al governatore Pd Emiliano un protocollo della legalità. “Consigli utili”, li ha definiti il dem, ma al nazareno non tutti sono d’accordo: “Non siamo subalterni a nessuno, non ci facciamo dare lezioni di moralità”, spiegano tra i malumori.
“È tempo, per il Pd di non essere subalterno ad altre forze politiche. Dobbiamo costruire un nuovo centrosinistra, le opposizioni non hanno altra scelta. Tuttavia, cosa pensa Giuseppe Conte, facendo polemiche, di guadagnare lo zero virgola?”, chiede retoricamente Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci Pd. “Il Pd amministra il 70% dei comuni italiani. Il 99,9% dei nostri amministratori è onesto e si batte ogni giorno per la legalità: alcuni vivono sotto scorta, come l’amico e collega Antonio Decaro, sindaco di Bari, tutti conoscono la fatica dell’amministrare i territori. Pertanto, Conte non deve permettersi di metterci i piedi in testa, deve capire che il Pd non accetta lezioni di moralità da nessuno“, conclude Ricci.