Pesaro – Dietro di sé ha lasciato solo la sua auto, una lancia Y, parcheggiata vicino alla diga del Furlo, nella provincia di Pesaro-Urbino, con all’interno le chiavi, dei vestiti sporchi, il cellulare, documenti e un piccola somma di denaro. Poi di Riccardo Branchini, 19 anni di Acqualagna, si sono perse le tracce da due settimane. Dopo 10 giorni di ricerche disperate, con l’impiego di sommozzatori e unità cinofile dei pompieri, squadre del soccorso alpino speleologico e di droni, tutto si è fermato due giorni fa. E anche gli appelli alle trasmissioni televisive- come Chi l’ha visto e Pomeriggio 5 – non hanno portato i risultati sperati. Ora la famiglia chiede di riprendere le ricerche, di concentrarsi sulla diga, nella speranza di escludere un suo gesto estremo.
Le ricerche dal giorno della scomparsa sono diventate sempre più intense, con venti unità d ei vigili del fuoco in campo, l’impiego di unità fluviali e sommozzatori, unità cinofile, soccorso alpino speleologico, operatori di droni, anche notturni, e protezione civile. La famiglia, gli amici, tutta la comunità di Acqualagna si è impegnata a cercarlo nei boschi, nei posti a lui più cari del circondario. Poi, dopo 13 giorni, lo stop: la decisione di sospendere ogni tentativo. Ma i genitori non si arrendono e chiedono, attraverso il loro legale, Elena Fabbri, che la diga del Furlo venga svuotata per non restare nell’incertezza. Nel frattempo, sono arrivate due nuove segnalazioni: un possibile avvistamento a Fano, l’altro invece a Vibo Valencia, ma non ci sono foto o riscontri significativi.
Nel corso delle indagini, condotte dai carabinieri, sono stati ascoltati anche alcuni amici nel tentativo di ricostruire le ultime ore in cui si avevano notizie del ragazzo. Difatti, tra le ipotesi formulate, non si esclude quella dell’allontanamento volontario. Riccardo è un ragazzo con la passione per i viaggi, studente modello dell’istituto tecnico di Urbino, dove si è diplomato nel giugno scorso.
Gli investigatori stanno scandagliando il pc e le conversazioni on line del ragazzo, ma sulle indagini si mantiene il più stretto riserbo. Secondo le ricostruzioni degli amici, Riccardo ha trascorso sabato pomeriggio con loro, ha cenato in un ristorante nel centro della vicina Urbino. Poi ha fatto ritorno a casa, ad Acqualagna, dove è stato visto rientrare dalla nonna. Si è ancora intrattenuto con gli amici che l’avevano accompagnato. Infine, per ragioni ancora non accertate, si è allontanato dall’abitazione e della zona abitata, dirigendosi al Furlo.
Da allora i genitori di Riccardo vivono un incubo. Il papà, Tommaso Branchini, partecipa attivamente alle ricerche, si reca continuamente nei posti più cari del ragazzo, come il Castello di Piobbico, con la speranza di incrociarlo. La mamma, Federica Pambianchi, continua a lanciare appelli dai social e in tv: “Riccardo deve tornare a casa: in un modo o nell’altro. Si devono riprendere le ricerche”. E ancora : “Conviviamo con un’angoscia senza fine, che ci sta logorando giorno dopo giorno…”. Proprio per avere ancora qualche speranza o finire con l’incertezza chiede che si fermi il flusso dell’acqua alla diga: “Solo così la profondità diminuirebbe, permettendo di ispezionare anche gli anfratti più profondi, dove ci sono diverse cavità. Mi hanno detto che non si può fare, ma nel fondale non è stato possibile completare le ispezioni, a causa della scarsissima visibilità. Sono sicura che ci sarà pure un modo per farlo”.