DIRE – Si paga sempre più con bancomat e carte di credito, i baby boomer ‘mollano’ i contanti
- 1 Ottobre 2024
Roma – È un’evoluzione lenta, ma inesorabile. “Si conferma l’evoluzione verso l’uso di strumenti alternativi al contante, grazie a un’esperienza sempre più fluida, agevole e sicura, anche per spese di importo più contenuto rispetto al più recente passato”. Lo certifica la 22esima edizione dell’osservatorio sulle carte di credito e sui digital payments curato dall’Assofin, dall’Ipsos e dalla Nomisma, con il contributo della Crif. Il 2023 ha visto il consolidamento della transizione verso i pagamenti digitali: il numero di pagamenti con strumenti diversi dal contante a livello nazionale è cresciuto del 14%. Per questo, lo studio sostiene che “le modalità di pagamento cashless dei consumatori possono ormai definirsi strutturali come dimostrato dall’ulteriore riduzione dell’uso del contante”.
Nel 2023, il numero di carte di credito attive si è attestato a 13,5 milioni, in leggero aumento rispetto al 2022. Il valore delle transazioni risulta in crescita del 7,6% rispetto al 2022. Il numero di transazioni registra un aumento leggermente superiore rispetto al valore delle transazioni (più 9.2%), evidenziando una diminuzione dell’importo medio per la singola operazione. Nel 2023 si è confermato l’importante crescita del numero delle carte di debito in circolazione, in linea con la tendenza già osservata negli anni precedenti. Significativo l’aumento del numero di operazioni (più 19,9% rispetto al 2022), con un incremento di quasi un milione di transazioni nell’anno. Nel 2023 si è registrata una crescita significativa del numero di carte prepagate in circolazione, con un aumento del 7,1% rispetto al 2022; in parallelo prosegue l’aumento del numero di operazioni e del valore delle transazioni, trainato dallo sviluppo dell’e-commerce.
Gli italiani apprezzano sempre più gli strumenti di pagamento flessibili: aumenta il numero di carte di credito attive che danno la possibilità di scegliere il tipo di rimborso (a saldo o a rate), con una quota sul totale che nel 2023 sale al 64%. Si conferma l’utilizzo prevalente nella tradizionale modalità charge. I volumi rateizzati sono il 14% del valore complessivamente movimentato.
Considerando la totalità dei flussi transati (indipendentemente dal tipo di rimborso) si registra una lieve crescita (più 3,1% nel primo semestre 2024), in linea con l’evoluzione dei consumi nazionali. Ha contribuito a questa tendenza la maggiore diffusione dell’e-commerce, come emerge dall’incidenza dei volumi transati online, che nei primi sei mesi del 2024 si attesta al 28% (era del 17% nel 2019). Nel 2023 i flussi rateizzati tramite carta hanno registrato una contrazione (meno 3,7%), legata anche al contesto macroeconomico non favorevole. Nei primi sei mesi del 2024 si assiste a una lieve ripresa (più 1,6%), guidata dagli instalment (i finanziamenti “tradizionali” per regolare a rate una o più spese effettuate con la carta di credito, con piano di ammortamento predefinito e durata predeterminata), mentre prosegue la contrazione delle carte rateali “pure”.
Infine, la maggiore esigenza dei consumatori di soluzioni smart e accessibili per finanziare spese di valore contenuto emerge anche dalla crescita delle linee di credito non collegate a una carta. Anche se i volumi non sono ancora significativi, si registra un incremento del 17,3% nel primo semestre del 2024 delle linee di credito B2c e B2b2c, utilizzate anche a sostegno dell’e-commerce.
Si compra oggi e si paga poi: l’espressione inglese è “buy now pay later” e negli ultimi anni ha acquistato slancio, con una crescita a livello mondiale del 18% del valore nel 2023 rispetto all’anno precedente, raggiungendo una quota del 5% della spesa per l’e-commerce. Il suo utilizzo si è consolidato anche in Italia, con un aumento significativo del numero di aziende specializzate, che offrono questo servizio ai propri clienti e una crescente accettazione da parte dei commercianti.
L’analisi del livello di rischiosità del comparto delle carte di credito mostra un lieve incremento del tasso di sofferenza delle carte a saldo; si osserva invece una riduzione di oltre mezzo punto percentuale per quelle rateali. Nonostante un contesto caratterizzato da grande incertezza, aggravato dal progressivo deterioramento del potere d’acquisto delle famiglie, prosegue il trend discendente che ha caratterizzato l’ultimo triennio. L’analisi del consumatore presentata nell’osservatorio mette in luce come la preferenza verso l’uso del contante per i pagamenti sia ormai minoritaria: solo il 38% degli italiani pagherebbe in contanti se fosse completamente libero di scegliere, mentre il restante 62% si orienta ormai stabilmente da un triennio verso i pagamenti digitali.
Ormai anche tra i “baby boomer” (tra i 57 e i 64 anni), in passato maggiormente legati all’uso del contante, si registra un trend di costante aumento del favore verso i pagamenti cashless. Si conferma anche il diffuso e crescente ricorso alla carta di debito per i pagamenti, con incrementi sia della frequenza media di utilizzo. Riguardo le transazioni di pagamento con smartphone e app, prosegue la crescita del numero degli utenti, “con ampie potenzialità di ulteriore espansione”.