

Palermo – Una coltellata al collo al culmine di una lite e la corsa disperata dei medici nel tentativo vano di salvare la vita di una ragazza che aveva appena 22 anni. Pomeriggio folle a Messina, dove Sara Campanella, studentessa del corso di laure in Tecniche di laboratorio biomedico, è stata uccisa poco distante dal Policlinico Gaetano Martino. L’aggressione lungo viale Gazzi, nella zona del vecchio stadio Giovanni Celeste. I medici del Policlinico hanno fatto di tutto per salvare la ragazza ma non c’è stato nulla da fare. I carabinieri stanno seguendo una pista che porta ad un giovane, con il quale la vittima avrebbe discusso animatamente poco prima di essere colpita da una coltellata nei pressi di una fermata dell’autobus.
La procura di Messina, intanto, ha posto sotto sequestro la salma della giovane 22enne, originaria di Misilmeri, piccolo centro in provincia di Palermo. La zona del femminicidio è stata transennata, mentre la caccia al presunto assassino da parte dei militari è andata avanti fino a tarda sera.
“Sono senza parole. Oggi Messina è stata scossa da una tragedia immensa: una giovane vita, quella di Sara Campanella, è stata spezzata in modo brutale. La violenza di questo gesto ci lascia increduli e profondamente addolorati”. Lo scrive il sindaco di Messina, Federico Basile, sulla sua pagina Facebook. “Voglio esprimere tutta la mia vicinanza ai familiari e agli amici di Sara – continua Basile -. In questo momento di dolore insopportabile, sappiate che la città di Messina è con voi. Condanniamo con tutta la forza questo atto di violenza e confidiamo che la giustizia possa fare il suo corso”.
Commosso anche il ricordo dell’Università di Messina: “Sara Campanella, nostra studentessa del Corso di laurea in Tecniche di laboratorio Biomedico…un’altra giovane donna, un’altra vita interrotta. La rettrice, Giovanna Spatari, e tutta la comunità accademica esprimono grande dolore e sconcerto per la tua tragica scomparsa – ancora il messaggio rivolto idealmente alla ragazza uccisa -, avevi solo 22 anni e tutto ancora da vivere. Ciao Sara”.