Rimini – Aveva scosso la ridente riviera romagnola, tra Rimini e Riccione, la notizia- esplosa in piena estate- della violenza di gruppo ai danni di una minorenne, poi scaricata dall’auto in strada tra le lacrime. Non solo: a colpire anche il fatto che la ragazzina, di ‘buona famiglia’ fosse solita ‘adescare’ clienti sui social e che, per una prestazione, si facesse pagare poche centinaia di euro. Il tutto all’insaputa dei genitori. Tre mesi dopo i fatti, emersi lo scorso 19 agosto ma risalenti al 5 agosto, i carabinieri di Riccione, questa mattina, giovedì 14 novembre, hanno eseguito le misure cautelari emesse su richieste delle Procure della Repubblica di Rimini e dei Minorenni di Bologna nei confronti dei presunti aggressori. Si tratta di un neo diciottenne residente a Fano, in provincia di Pesaro, e un diciassettenne di Rimini, entrambi di nazionalità italiana. Entrambi dovranno ora rispondere dell’accusa di violenza sessuale di gruppo su minore.
COME È ANDATA
I due indagati si erano conosciuti con la vittima, una 16enne residente in un comune della Valconca, nella prima zona collinare limitrofa a Riccione, dai rispettivi profili Instagram. A quanto risulta, la ragazzina usava i social per proporre prestazioni sessuali a pagamento. E così i tre, dopo aver pattuito il compenso di 300 euro per la serata, si erano dati appuntamento. Una volta incontrati però, la 16enne si sarebbe rifiutata di dare seguito a quanto pattuito: i due avrebbero reagito spingendola ad assumere cannabinoidi, in modo da ‘ammorbidire’ la capacità di resistenza, e con minacce. Dopo la violenza, la ragazzina è stata letteralmente scaricata da un’auto in strada, poco distante dalla sua casa. Sotto shock e in stato confusionale, la vittima è riuscita comunque a chiamare il 112 per denunciare quanto aveva subìto. Portata all’ospedale di Rimini in codice rosa, quello che attiva il protocollo anti violenze, i medici che l’hanno visitata hanno potuto riscontrare lesioni compatibili con una violenza sessuale.
LE INDAGINI
Ad incastrare i due giovanissimi il Dna prelevato sul corpo della ragazza, dopo la violenza, e l’analisi comparata fatta dal Ris di Parma. Ma anche le immagini delle telecamere di sorveglianza, installate proprio nel punto in cui la ragazzina è stata scaricata dall’auto, hanno confermato la sua versione e “catturato” il veicolo in modo da risalire al conducente. Ora i due giovanissimi accusati di violenza sessuale di gruppo si trovano nel carcere minorile di Bologna, in attesa dell’interrogatorio di convalida delle due misure cautelari.
“UNA RAGAZZA FRAGILE”
Già la scorsa estate, le dichiarazioni dell’avvocato della famiglia della ragazzina, Aldo Pancini, aveva dipinto un quadro di fragilità minorile e aveva parlato di un problema di grave dipendenza da social per cui la 16enne era seguita. Non solo: la vittima inoltre aveva caricato su Ig foto e video accompagnati da un “listino prezzi” per le sue prestazioni, inconsapevole dei reali rischi in cui poteva incorrere. Il legale aveva poi descritto la famiglia della ragazzina come ‘normale’, senza particolari problemi economici e sociali, impegnata da qualche anno a fare il possibile per aiutare la loro figlia.