Roma – “Arrivare alla pace subito è vitale. Cosa mi aspetto dall’incontro tra Draghi e Biden? Che parlino di pace, che preparino la pace. Noi non siamo in guerra con nessuno“. Lo dice Matteo Salvini, segretario della Lega, in occasione della presentazione di un libro alla Camera. “C’è un Paese che è aggredito e uno che e stato aggredito. La Russia ha aggredito e l’Ucraina è stata aggredita. Contiamo decine migliaia di morti e, dalle recenti dichiarazioni, entrambi le parti in guerra vogliono farla finita – aggiunge Salvini – Nessuno nel 2022 vince la guerra sul campo”.
Per il segretario leghista, “due sono le priorità: lavoro e pace. L’ho chiesto a Draghi e conto che sul tavolo di Biden arrivino richieste di pace e percorsi che portino al cessate al fuoco. Non richieste di armi e percorsi che avvicinino la Terza guerra mondiale“. Secondo Salvini, “inviare nuove armi in un contesto come questo allontanerebbe la pace e non mi sembra opportuno. Se ci fosse una nuova richiesta di armi dovrei riunire la Lega, io personalmente sono contrario”.
“Non c’è la belligeranza degli americani” ma c’è “un’amministrazione americana che ha intrapreso un percorso bellico, ma negli stessi Stati uniti il dibattito è aperto con tante parti che chiedono la pace”, sottolinea Salvini. “Se qualcuno dall’altra parte del mondo vuole conseguire su campi altrui i propri obiettivi strategici non è il caso e non è il momento“.
Quindi, prosegue il segretario della Lega, in Europa “spero nessuno dei 27 membri tifi per la guerra”, mentre c’è “qualche ex Paese europeo che per motivi interni usa parole di guerra“, dice riferendosi al Regno Unito e a Boris Johnson, ma “nessuno usi per politica interna le vite altrui, i morti ucraini, russi e i lavoratori italiani”.
“Le parole di Macron sono sagge“, afferma Salvini. Di più: il presidente francese “nella sua dichiarazione ha dimostrato saggezza, e lo dico da amico e sostenitore di Marine Le Pen, e mi chiedo se avessi detto io che bisogna arrivare alla pace senza umiliare Putin quanti talk televisivi, inchieste delle procure e quanti attacchi politici dal Pd o da altri mi sarebbero arrivati”.
“Chi ha sentito il discorso di Putin ieri ne ha tratto delle conclusioni – osserva Salvini – penso che da ambo le parti ci sia voglia di confronto“. “Zelensky ha detto che la Crimea può essere considerata russa, ma qualcuno da fuori ha detto no”, aggiunge riferendosi al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
Però, per Salvini si deve “costringere Putin e Zelensky a sedersi a un tavolo e poi saranno loro due a decidere cosa fare e cosa chiedere, senza intromissioni esterne“, conclude il segretario della Lega. “Mi domando a che titolo qualcuno da fuori debba spiegare loro cosa chiedere e cosa fare”.