Bologna – Antonio Bellocco e Andrea Beretta. Ma prima c’erano stati Vittorio Boiocchi e Enzo Anghinelli, solo per restare nel recinto della Curva dell’Inter. E ci sono – ci sono ancora – Marco Ferdico e Domenico Bosa detto “Mimmo Hammer”. Sono nomi noti a tutti, vittime e aggressori legati alla criminalità spicciola, alle ‘ndrine calabresi, allo spaccio e agli affari criminali dello stadio. Una realtà che l’omicidio a Cernusco sul Naviglio di Bellocco, ucciso a coltellate in una Smart dall’”amico” Beretta, a sua volta ferito da un colpo di pistola, ripropone come contesto. Un ambiente che puntualmente rispunta quando la cronaca nera chiama. La “polveriera” della Curva Nord, come tante altre dello sgarrupato calcio italiano. Repubblica ricostruisce in un articolo il magma ribollente che ha creato l’ennesimo delitto di sponda sul pallone. E’ l’ultimo di una lunga serie, una puntata enne di un romanzo che l’Italia riapre quando scorre il sangue. E poi dimentica.
Repubblica ricorda “la scossa dirompente scatenata dall’omicidio dello storico leader degli ultrà, Vittorio Boiocchi, freddato a 69 anni con due colpi di pistola la sera del 29 ottobre 2022 da due killer in moto a volto coperto. Di quel leader carismatico, tornato a comandare la Nord dopo 28 anni di carcere ed eliminato sotto casa, proprio Andrea Beretta era il braccio destro”. “L’arrivo dal cuore della Calabria e dal gotha delle famiglie ’ndranghetiste di Antonio Bellocco, da oltre un anno presenza costante nell’organigramma della curva”. “L’irresistibile ascesa di Marco Ferdico, sempre al fianco dell’erede della ’ndrina di Rosarno”.
Ci sono migliaia di pagine di vecchie e nuove indagini che parlano della commistione tra tifo e malavita. Ma non cambia mai niente. Antonio Bellocco era già stato condannato in via definitiva per associazione mafiosa nell’indagine Tramonto della procura di Reggio Calabria, era considerato parte «del sodalizio operante in San Ferdinando e facente capo a Giulio Bellocco Giulio e Aurora Spanò», i suoi genitori.
E’ una storia di gruppi che perdono potere, di altri che finiscono ai margini, come “gli Irriducibili capeggiati da Domenico Bosa, “Mimmo Hammer”, leader del gruppo di estrema destra degli Hammerskin, che pure vanta solidissime relazioni criminali con il clan Pompeo di Bruzzano e una condanna per estorsione aggravata dal metodo mafioso”. E ancora di link tra tifoserie, gruppi eversivi e alcune società.
A Milano prima di Bellocco c’era stato, per esempio, l’agguato del 12 aprile 2019 a un altro uomo della curva, Enzo Anghinelli, colpito alla testa da un colpo di pistola a Porta Romana, pieno centro di Milano, vivo per miracolo. La curva «è una miniera d’oro», diceva in alcune intercettazioni il boss della Barona Nazzareno Calajò. Ve lo ricordate Luca Lucci? Il capo-ultrà del Milan condannato a sei anni e quattro mesi per traffico di droga che si faceva le foto con Salvini? Tutto a cielo aperto, da anni e anni.