Roma – La Corte suprema del Colorado ha sancito che l’ex presidente Donald Trump non potrà partecipare alle primarie repubblicane in quello Stato, in vista di una candidatura alla Casa Bianca alle elezioni del 2024. La decisione dei giudici sancisce una prima assoluta. Non solo si basa su un articolo della Costituzione americana raramente impiegato, noto come “clausola di insurrezione” introdotta nel 1868, ma è la prima volta che viene applicato nei confronti di un ex presidente. In pratica, la Corte ha condannato Trump perché ha riconosciuto il suo ruolo nell’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio del 2021. Quel giorno, centinaia di suoi sostenitori entrarono con la forza all’interno del Congresso americano contestando la vittoria di Joe Biden.
La decisione del Colorado non impedisce a Trump di candidarsi alle prossime presidenziali ma, come riferiscono media concordanti, complica il percorso politico dell’ex presidente. Primo, perché non concorrendo alle primarie repubblicane nello Stato, non potrà usufruire dei voti dei sostenitori nel Colorado. Secondo, perché crea un precedente a cui altre Corti supreme statali potrebbero ispirarsi, tra cui Minnesota e Michigan, Stati chiave nella corsa elettorale. Infine, se più di uno Stato squalificherà Trump con la stessa argomentazione, i gruppi che stanno cercando di impedirne la candidatura potrebbero avere argomenti sufficienti per adire la Corte suprema degli Stati Uniti.
Al momento Trump non ha commentato la sentenza del Colorado, sebbene nella serata di ieri sia intervenuto a un evento nell’Iowa. Il suo ufficio di comunicazione della campagna elettorale in una e-mail di raccolta fondi inviata ai suoi sostenitori ha parlato però di “sentenza tirannica”.